Loro 1 e Loro 2 trama e recensione. Dopo varie smentite dello stesso regista Paolo Sorrentino e poi via via la pubblicazione di foto che ritraevano un solito camaleontico Toni Servillo (truccato ogni volta abbisogna e capace di parlare in ogni dialetto italico, proprio come fu il grande Gian Maria Volontè), a cavallo tra fine aprile ed inizio maggio sono usciti su grande schermo i due episodi su Loro.

Trattasi del nuovo film del regista napoletano su Berlusconi, nella fattispecie, tra gli anni 2006 e 2009. Ossia quelli della riconquista del potere da parte del Cavaliere ma anche gli anni del decadentismo degno del peggior periodo dell’Impero romano. Fatto di ancelle fatte per soddisfare le voglie dei potenti, di corruzione, di decadentismo.

Se dieci anni fa con Il Divo, Paolo Sorrentino ci ha dipinto, col suo stile pittoresco e stucchevole, ma allo stesso tempo realista e riuscito, gli ultimi anni della carriera politica del personaggio più controverso della Repubblica italiana, con questa pellicola ci fa immergere appieno dunque nel decadentismo berlusconiano.

Sorrentino, dopo il successo de La grande bellezza, persevera sulla strada della stucchevolezza e dell’estetismo spesso fine a se stesso. Un accenno lo avevamo avuto in This must be the place. Ma ormai i suoi film sembrano specchiarsi e compiacersi finendo per allontanarsi dal loro pur apprezzabile scopo finale.

Loro 1 e Loro 2 trama e recensione.

Sorrentino pone in primo piano “loro” appunto, quelli che circondano “Lui”. Un imprenditore di successo pieno di sé, prestatosi alla politica per non lasciare il Paese ai “comunisti”, i quali però gli hanno scippato il governo, che va assolutamente riconquistato. Così come va riconquistata sua moglie, ferita nell’orgoglio dai suoi atteggiamenti superficiali e tradimenti. Lo sfarzo e quel mondo dorato non le fanno più effetto. Ciò che cerca è quella sincerità e consistenza nel loro rapporto ormai perduta da tempo.

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