Un forte boato interruppe il mio sonno profondo, tanto che io ripresi i sensi come chi si desta a causa di una violenza improvvisa; e rivolsi lo sguardo non più offuscato intorno, alzatomi, e guardai attentamente per capire in che luogo io mi trovassi.
Sta di fatto che mi vidi giunto sul margine della cavità infernale.
Era buia, profonda e caliginosa tanto che, per quanto il mio sguardo fosse acuto, io non vi distinguevo alcunché.
“Ora scendiamo all’Inferno”, Virgilio disse del tutto impallidito. “Io andrò avanti, e tu mi seguirai”.
E io, che mi ero accorto del pallore, chiesi: “In che modo ti seguirò, visto che tu stesso non sei sicuro di poter risolvere i miei dubbi, come avviene solitamente?”.
Ed egli a me: “La sofferenza fisica di tutti i dannati, rende palese sul mio viso quella compassione che tu interpreti come segno di timore. Andiamo, perché il lungo percorso ci sollecita”.