Quella che sto per raccontarvi è davvero una storia assurda. Oggi mentre ero in viaggio con la famiglia mi ha fermato la polizia, non ero preoccupato in quanto mi son detto: ho la vettura in ordine tagliandata, pulita.

Consegno i documenti alla polizia stradale, agenti molto gentili che fanno tutti i controlli.

Arriva uno dei due poliziotti e mi avvisa che ho le gomme estive e nel tratto che stavo percorrendo, da disposizione di legge, si prevede l’obbligo dei pneumatici da neve.

Spiego che uso la vettura prevalentemente in città e da noi in riviera non nevica. Allora il poliziotto sempre gentile mi dice che se ho le catene va bene lo stesso. Mi si accende la lampadina in testa, ricordo che due anni fa ero uscito con l’intenzione di comprare le catene ma durante il giro nel centro commerciale andando dietro a moglie e figli mi passò di mente.

Scossi la testa e dissi: “mi dispiace non le ho”. Il poliziotto allora rispose che gli dispiaceva anche a lui ma mi doveva emettere la contravvenzione.

Chiesi a quanto ammontasse la cifra e mi disse che era da un minimo di 41 € ad un massimo di 300 €. Mi diedi una pacca sulla fronte.

Il poliziotto mi fece la multa e mi disse che il tratto che stavo percorrendo nella stagione invernale potrebbe anche ghiacciare quindi necessitavano gomme invernali o catene, sia per motivi della propria sicurezza, sia per evitare di bloccare la circolazione o creare grave intralcio o persino incidenti agli altri.

Il poliziotto tuttavia mi fece la sanzione minima di 84 €, per fortuna, ma erano pur sempre 84 €, mannaggia. Poi parlando con mia moglie e bambini capii che effettivamente con la sicurezza non si scherza. Dissi a mia moglie che la polizia aveva ragione perché se avesse nevicato all’improvviso adesso o al nostro ritorno, avremmo potuto davvero aver problemi.

Ammisi a me stesso che ero stato davvero superficiale, anche se viviamo in una zona dove non nevica, all’infuori di un po’ di nevischio.

Ogni tanto però potrebbe capitare come oggi che stiamo andando a trovare dei parenti in una zona freddina. A pensare che le catene costano meno della multa che ho preso, va beh pazienza, ho pensato.

Il viaggio continua; tutto è a posto e tutto sommato, il tempo non sembra proprio che sia da neve, almeno per il viaggio di andata. Ci fermiamo ad un autogrill per riposarci un momentino e portare i bimbi al bagno e per prendere un caffè. Riprendiamo il viaggio, c’erano ancora un paio di ore al massimo da percorrere ad un’ andatura normale; tutto sommato a parte la mancanza di catene e di gomme invernali, la vettura è in ordine con pochi anni e pochi km. E’ un’auto sempre controllata, e poi sono molto attento alla guida, nonostante avessi dimenticato di comprare le catene.

I bimbi nel mentre si sono appisolati; li vedo dallo specchietto; mia moglie allora si avvicina e mi mette il braccio sulle spalle, delizioso contatto e viaggiamo tranquilli. Tra un ora saremmo arrivati con una vettura che viaggiava silenziosa e sicura. La radio trasmette una musica italiana degli anni 80, niente di irritante; ciò aiuta a rilassarmi senza farmi perdere l’attenzione.

Sono adesso in un rettilineo; i bambini dormono con mia moglie vicina; sono contento di questo viaggio e la multa non la ricordo nemmeno più. Continuo a guidare mentre anche mia moglie ha socchiuso gli occhi; che tenerezza mi faceva.

Io sono vigile e continuo guidare sicuro. Ecco che arrivo ad una salita, ma la vettura non cede e mi è bastato un pochino di acceleratore per mantenere la velocità di crociera. Ecco che finisce il pezzo di autostrada in salita, ma all’improvviso sento la vettura leggera come se volasse. Non riesco a capire costa stia accadendo, eppure non ho urtato nessuno. Non riesco a rendermi conto di niente.

In una frazione di secondo guardo mia moglie che non si sta accorgendo di nulla, guardo dal retrovisore i bambini che dormono, ma in quei tremendi secondi vedo anche che nello specchietto laterale non si vede la strada dietro di noi e nemmeno altre vetture. Mi arriva il panico, non capisco, abbasso gli occhi per vedere la strada ma non faccio in tempo a farlo quando sento un boato tremendo. Ecco che all’improvviso è arrivata la pace, il silenzio, non sento nulla, non so cosa sia accaduto, mi sento bene, anzi non sento nulla, non sento il freddo non sento il caldo, non sento il vento, non sento nulla, ma non ho nulla da preoccuparmi sono al sicuro, dentro la mia vettura tutta a posto, tagliandata… Sì le gomme sono estive, le catene non le ho, ma non nevica, quindi che problemi ci sono?

Ora sento delle urla, ma mi chiedo chi gridasse dentro la nostra auto. Non sono i bambini e mia moglie, ma chi urla? Cerco di ascoltare ma sento solo strillare: “è caduto il ponte, è caduto il ponte!”

Il ponte? Ma quale ponte? Io non vedo nessun ponte. Allora cerco i bambini e mia moglie ma non li vedo, non li sento, non so dove siano. Ora ci sono i suoni di sirene, ma le sento sempre più piano, sempre più piano. Faccio fatica a sentire, non so dov’è la mia famiglia, non so dove sono io. Ora mi sto addormentando e mi viene in mente che quando mi sveglierò andrò a comprare le catene, non si sa mai, potremmo imbatterci nella neve mentre viaggiamo.

UNA STORIA ASSURDA MA NON INVEROSIMILE di Nico Colani

ELABORA . PENSIERI: http://elaborapensieri.altervista.org

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright