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L’appartamento

Consentitemi una breve descrizione del mio appartamento: almeno potrò colmare qualche momento di noia. Tempo fa (parecchio, credo) mi sono risvegliato sul letto, dopo aver fatto un sogno in cui mi pareva di essere trasportato per aria… e da allora le mie giornate scorrono monotone, infinite, tutte uguali.

In tutta franchezza, non saprei dirvi da quanto tempo mi trovo qui. L’appartamento è serrato da una massiccia porta d’ingresso che affaccia su un corridoio tanto stretto quanto lungo, rivestito fino al soffitto da scaffali pieni di libri. Perché dovete sapere che  sono sempre stato un accanito lettore (ex docente universitario). Esteso verso sinistra, il corridoio conduce nella mia stanza, arredata semplicemente con un letto a una piazza, un comodino, un piccolo armadio e una scrivania. L’unica finestra si trova proprio in mezzo, di fronte al letto.

Per quanto possa sembrare strano (e a me prima di tutto) manca la cucina.

O per dir meglio: la stanza esiste, fornita di lavello e arredo appropriato, tant’è vero che se apro il rubinetto esce l’acqua; però dentro gli sportelli è tutto vuoto: né piatti, né bicchieri, né posate. Quando me ne accorsi, fui invaso dal panico e corsi fuori a cercare un negozio, senza risultato; ma col trascorrere del tempo mi son dovuto rendere conto che non provavo stimoli della fame. I primi giorni la cosa mi aveva spaventato, ma poi mi sono abituato. Meglio così, no?

Di fronte alla mia stanza si trova un bagno senza finestra: provo l’esigenza di una doccia ogni tanto. L’appartamento è fornito di luci che rimangono perennemente accese. Per forza: fuori è sempre buio!

Non ho radio né televisione, e non ho mai avvertito rumori da parte di vicini di casa. E per strada non ho mai visto transitare qualcuno.

I libri mi fanno compagnia, non faccio altro che leggerli e rileggerli. Però da un po’ di tempo ho cominciato a domandarmi come farò una volta che li avrò imparati a memoria: così qualche giorno fa ho deciso di tentare la sorte esplorando per benino l’ambiente.

La strada si estende da ambo i lati: è rettilinea per un bel tratto, poi verso destra curva leggermente, illuminata da alti lampioni che emettono luce giallastra; a sinistra invece si perde nel buio, e non provo alcun desiderio di scoprire che cosa possa esserci al di là. Decisi quindi di incamminarmi verso destra: una lunga serie di palazzine a due, al massimo tre piani, sprangate da massicci portoni e bucate da finestre uguali alla mia, da alcune delle quali traspare la medesima luce artificiale. Nemmeno una persona in giro, non vedo alcun negozio e dietro le finestre non si notano movimenti. Dopo alcuni minuti mi stancai e rientrai a casa.

Però non mi sono scoraggiato. Ho tutto il tempo che voglio. Prima o poi riproverò: se trovassi il coraggio di bussare, chissà… qualcuno mi potrebbe rispondere!

giulio d'amicone

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giulio d'amicone

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