L’attesa

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Cara mia,

il nostro incontro è stato un dono.

L’esserci compensati è stato un delirio di gioia.

Ma non sono riuscito a essere ligio nel dovere di cura verso il tuo essere.

Pur dovendomene andare così precocemente, mi sento fortunato di questo incontro insperato.

Non potevo desiderare altro, se non qualcuno che nutrisse fiducia nella mia presenza.

Ti ringrazio per non avere svilito il mio nome, spesso utilizzato senza coglierne appieno il suo significato.

Perdonami cara, ti lascerò sola.

Ma forse tornerò, anzi sicuramente. E sarà grazie a te.

All’infinito, tuo

 

Caro Eterno Amore,

lo spettacolo del mare infinito che si dispiega di fronte, mi ha fatto venire in mente le tue promesse. Ti sei arrogato di un’eternità, come fossi una distesa d’acqua.

Ma senza sapere che anche l’acqua ha un suo ciclo e che ritorna sempre, sotto altre forme.

L’averti assaporato grazie al desiderio di speranza, mi ha logorato solo i contorni.

L’animo indurito come una pietra resta lì, in attesa di qualche pazzo temerario che sia così ardito da seminarci sopra.

Quando ritornerai, ti riconoscerò dal ricordo del sapore che hai lasciato. 

Quando ritornerai, ti ricorderai che non sono così fragile, ma mi devi trattare come se lo fossi.

Quando ritornerai, dovrai solcare le mie rughe con il tuo sguardo e felicitarti che le linee di fuga dei miei sorrisi saranno, da allora in poi, anche per te.

Quando ritornerai, ti importerà solo quel peso che potremo avere nelle nostre vite.

Quando ritornerai, se ci sarà un dolore, lo capirai dai silenzi e quei silenzi saprai riempirli.

Quando ritornerai, potrai chiudere la porta a vetri del passato e condurmi nelle aspettative del futuro.

Quando ritornerai, ti scoprirò nel sorriso di un bambino.

Quando ritornerai, sentirò la tua presenza in un batuffolo di pelo.

Quando ritornerai, saprò che sei importante anche quando ti rivolgo a me stessa.

Quando ti riconoscerò, amerò l’infinito anche senza vederlo.

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