Ho in casa una libreria di 30 mq con 2500 libri in disuso; quelli che non li avevano, oggi ne possono usare molti di più, con internet e sullo smart phone. Parlo in tempo reale con mio figlio, ormai Aussie, che sta in un’altra ora, in un altro giorno e in un’altra stagione. Scambio opinioni con chicchessia, in chissaccheposto. Mi informo, come e quando voglio; posso pure disinformarmi a piacer mio. Vivo in solitudine con molti amici remoti. Seppur scrivo facezie mi becco like, che mi consolano; rimando like che inorgogliscono.
Bene, per poter avere-fare-dire tutto questo e dal momento che non sembrano essermi forniti pasti gratis, pago.
Si, pago, dando in comodato d’uso i dati delle mia attenzione-dei miei sguardi-dell’ansimare-dell’incontrare-del bighellonare insieme a quelli di tutti, che se assemblati, letti, interpretati, cablati con potenti algoritmi, sono valore sonante beh…, ci sto: Big Data!
Dunque, a chi vuol sapere cosa facciamo, chi vediamo, cosa diciamo; ancor di più dove andiamo con le nostre speranze, le nostre passioni, i lazi e i frizzi.
Con tali dati le Imprese possono migliorare il cosa produrre, come farlo, dove e quando farlo pure come esporlo e venderlo.
Cin,cin insomma e… buona produttività per tutti!
A proporre tal brindisi sono quelli(*) che fin qui hanno fatto in modo di poter dare questo tutto a tutti e che, per questo, hanno meritato una reputazione senza uguali ed incassato profitti a più non posso.
Invece l’efficacia nell’impiego di quei dati non migliora la capacità di spendere se chi deve farlo si è affrancato dal bisogno con l’esser satollo, di non disporre di redditi sufficienti per andare oltre il ruttino, vieppiù se si è incappati nel picco del debito. Già, così si va a far friggere, nella ancor troppa capacità d’offerta, quel “just in time”cheppur dovrebbe consentire di ridurre le scorte e il rischio, migliorando la produttivita di processo.
Eggià se una catena del valore, non adeguatamente oleata, sferraglia prima o poi si incaglia!
Vuoi vedere che, alle “benemerite”, toccherà rimisurare un più adeguato rapporto tra il valore di quella stimata reputazione e la capitalizzazione della loro borsa?
(*) Apple, Google, Amazon, Facebook, Microsoft, GE, Baidu, Alibaba Group e Tencent tanto per fare nomi; quelle aziende che gestiscono la enorme massa di informazioni che le loro piattaforme digitali raccolgono sui propri utenti e che, adeguatamente analizzate attraverso i propri algoritmi, permettono di profilare il pubblico e offrirlo in modo selettivo e appropriato agli inserzionisti e venditori.
Big Data i conti non tornano -by Mauro Artibani, l’Economaio
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