In serata, arrivo a Calais.
Di sera, dopo un po’ di perplessità (non so perchè, ma ho terrore che a Calais ci freghino il camper), decidiamo di pernottare nella famosa Calais.
Dopo le recenti esperienze, non voglio neanche sentire la parola camping, e optiamo per l’area di sosta.
Prima ci piazziamo in quello che sembra una specie di enorme parcheggio davanti al porto, che non mi convince neanche un po’, e va a rafforzare la mia idea che qui ci lasceremo il camper, ma poi capiamo che ci possiamo spostare nella vera e propria area di sosta, dove si può caricare e scaricare, ma , ancora una volta, niente corrente.
Il posto è assolutamente fantastico.
C’è una bellissima visuale del mare aperto, meraviglioso, un vento fantastico che ti porta l’odore di salsedine, un odore di libertà, e che dà una sensazione di essere in un posto dove si può andare dovunque e dove sono successe tante cose nel passato, un posto di confine, dove finisce un Paese e ne inizia un altro.
Sono incantata, come sempre davanti al mare, davanti a questo mare, che è completamente diverso dal nostro. Questo è l’Atlantico, dà un’idea di immensa potenza, e di sconfinata grandezza.
Andiamo a passeggiare sul un lunghissimo pontile, al termine del quale c’è un faro; naturalmente arriviamo fino al faro, dove ci ritroviamo praticamente in mezzo al mare: il vento è molto forte, e in alcuni punti le raffiche sono ancora più forti.
Rientriamo, ma non sappiamo resistere e ci compriamo un cartone di patatine, ma per 5 euro ce ne danno un chilo, non ce la faremo a mangiarle, ne lasceremo più della metà al giorno dopo.
La serata è bellissima, il vento si placa, anche se la temperatura è fresca.
Ma la luce, la luce resta fino a tardissimo, ci stiamo spostando ad ovest, e le serate si allungano.
La luce è fantastica, le serate non finiscono mai, in lontananza, ad ovest, il chiarore del tramonto, dalla parte del mare.
Per tutta la notte, il rumore lontano dei motori dei traghetti che in continuazione vanno e vengono dall’Inghilterra, la costa inglese è vicinissima, è incredibile.
E’ un sottofondo che a molti potrebbe dar fastidio, ma per me, che amo il mare in tutte le sue forme, è musica.
Molti non sopporterebbero di vivere per settimane facendo una doccia decente quando capita, e di spostarsi in continuazione, ma questa vita mi si addice.
Dopo cena mi avvicino, al buio che non è come da noi, è una sorta di chiarore lunare, alla riva. Cammino in mezzo ai camper, sono decine e decine.
Molti dormono, si alzeranno presto, ognuno ha orari diversi.
Qualcuno è sveglio, chiacchiera all’aperto, sottovoce, osservando l’infrangersi delle onde sul bagnasciuga.
Il vento si è un po’ placato. In lontananza, il sottofondo dei motori dei traghetti.
A intervalli regolari, le luci ad intermittenza dei diversi fari qua presenti che segnalano la giusta rotta ai capitani delle oltre 600 navi che solcano questo canale ogni giorno.
Fa freddo: mi avvicino alla riva, e penso alla meraviglia di poter osservare tutto questo. Sono una privilegiata, lo so: questa vita è per pochi eletti.

Calais

Testo di Betty