Forse non ci pensate spesso perché sperate che non vi capiti mai, eppure sapere come riconoscere i segnali di infarto può salvare la vita non solo a voi stessi ma anche ai vostri cari.
Sbagliato pensare che nel mondo occidentale si muoia prevalentemente a causa del cancro e successivamente a seguito di malattie cardiovascolari. Il cuore, nelle cause di morte al mondo, è al primo posto, seguito dal cancro e da eventi cerebrovascolari, come l’ictus al terzo posto.
Una triste classifica ma che al contempo ci offre anche le linee guida su come sia importante riconoscere i segnali di infarto. Fondamentale, quindi, cercare di prevenire, quanto più possibile, quegli eventi cardiovascolari che fanno delle malattie ad essi connessi la prima causa di morte al mondo. Il cuore, infatti, con il 44%, dati Istat, è sul gradino alto del podio tra le cause di morte. Nei fatti significa che su 100 mila abitanti i morti per eventi legati al cuore sono 148. Si muore quindi di infarto nel 28% delle morti in Italia. Quindi il triste primato spetta anche all’Italia. A seguire troviamo le malattie neoplastiche e gli accidenti cerebrovascolari al terzo posto con una percentuale del 13%.
Se è vero che prevenire è meglio che curare, strappare la pole position al cuore in fatto di morte non é impossibile. Basterebbe cominciare con il condurre una vita più regolata, senza eccessi. Basterebbe praticare una moderata attività fisica, stanre lontano dal fumo, dall’alcol, seguendo una dieta sana. Ciò significa che ci sono cause che portano il cuore ad ammalarsi che possiamo modificare noi con stili di vita adeguati e cause immodificabili che non dipendono da noi ma dalla genetica, dalla familiarità e da altri fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Ad esempio, scegliere di fumare o smettere è una nostra scelta, così come indirettamente potrebbe essere una scelta nostra cercare di tenere normale la pressione arteriosa, per lo meno entro i 145/90, così come il tasso di colesterolo nel sangue entro i 200 mg., più direttamente dipende da noi cercare di stare più possibile all’interno di un peso ponderale ottimale. Anche tenere bassi i grassi nel sangue, partecipare alla formazione del colesterolo “buono”, sono fattori che, sia pure indirettamente, potrebbero dipendere da noi, perché possono di norma essere controllati con l’alimentazione, un’attività fisica costante e il ricorso ai farmaci, che aiutano sensibilmente.
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