Non si può fare a meno di ricordare agli italiani, soprattutto a quelli che si prestano a votare alle prossime elezioni del 4 Marzo 2018, le dieci promesse mai mantenute dalla politica che sono già state fatte centinaia di volte.
1- La Questione meridionale.
il problema è sorto negli anni immediatamente successivi all’unità nazionale ed è praticamente tuttora irrisolto. Il divario tra nord e sud è uno dei nodi fondamentali che spiega la crisi italiana. Lavoro sommerso, corruzione e mafie sono i principali problemi che impediscono uno sviluppo sostenibile del Sud. Pochi passi avanti sono stati fatti. Nel Mezzogiorno esistono spazi di vitalità economica, competenze ed energie morali e culturali che meritano aiuto. L’unico modo per risolvere questa situazione di stallo sembrerebbe una massiccia e concreta presenza “fisica” dello Stato. Ma laddove la corruzione dilaga anche nel centro Nord come si fa a sperare in un mezzogiorno migliore?
2- La riduzione del cuneo fiscale e contributivo.
Questa è una delle più belle. Se ne sente parlare ogni anno: “Dobbiamo ridurre il del cuneo fiscale”. Ma se lo avessero ridotto tutte le volte che lo hanno promesso il cuneo non dovrebbe esistere più. Ma cos’è questo benedetto cuneo? In sintesi questo indicatore, in inglese denominato Tax Wedge, mette a rapporto tutte le componenti del sistema fiscale che gravano sul datore di lavoro con il corrispondente costo del lavoro, ed esprime quindi la differenza, in percentuale, tra il costo del lavoro per l’impresa ed il reddito netto ottenuto dal lavoratore (net take-home pay).
Recuperando le statistiche dell’OCSE si nota come il cuneo fiscale nel 2010 era del 47,08% mentre nel 2015 era del 48,96%. Insomma sembra aumentare. Per chi non lo avesse capito quel “numeretto” significa che su uno stipendio di 2000 euro lordi noi ne percepiamo poco più di 1000 perché quasi il 50% se ne va in tasse. Il risultato? Gli imprenditori sono restii ad assumere e si ritorna al lavoro nero del punto 1. Ovviamente anche Matteo Renzi su questo punto, qualche giorno fa, è tornato a fare promesse. Ai posteri l’ardua sentenza.
3- Auto blu.
Su questo tema sono stati fatti alcuni passi avanti e il numero di auto è stato ridotto anche se ancora dati chiari sui numeri non esistono. Un tentativo di censimento da parte del governo è stato un flop dato che solo la metà degli enti coinvolti ha risposto a Palazzo Chigi, che dal suo lato dichiara una riduzione di 43.000 vetture. Un ulteriore passo avanti, in questo senso, si intende fare dichiarando illegale l’utilizzo delle vetture nel tragitto casa ufficio (norma approvata alla Camera). Ma se si paragona il numero delle auto blu in Italia con quelle di altri paesi ben più grandi ci viene comunque da rabbrividire. Noi di Bombagiù ultimamente a Roma continuiamo a vederne tante e sembrano privilegiare sempre di uno spartiacque nel traffico cittadino.
4- – Immigrazione.
Nessun passo avanti è stato fatto sul tema. Il dramma principale è umano. Migliaia di morti ogni anno, tra uomini donne e bambini, durante il vano tentativo di raggiungere le nostre coste. In parallelo poi il dramma di un paese che già carico di problemi si sobbarca ingenti spese per mantenere gli immigrati sbarcati. Tutto questo si è aggravato a causa della crisi siriana. In Europa, come sappiamo, è un problema ormai di tutti i paesi e non più solo dei paesi del mediterraneo. Di conseguenza il dibattito su come dividersi le responsabilità ed i costi tra gli stessi paesi europei è sempre più acceso. Il rischio, come sempre, è l’acuirsi dei movimenti razzisti e xenofobi. Intanto parecchi soldi del cuneo fiscale pagato da noi e dalle imprese finisce per aiutare gli immigrati.
5- Territorio e infrastrutture.
Sembra che l’Italia cada sempre più a pezzi. Bastano delle piogge più violente ed intense della media che si moltiplicano i disastri. Inoltre l’assenza di investimenti sugli argini e sulle strade urbane ed extraurbane è imbarazzante. Ma dove finiscono i soldi delle tasse pagate dagli italiani? Citiamo gli avvenimenti più recenti: 25 maggio 2016: il crollo dell’argine dell’Arno a Firenze vicino ponte vecchio; 30 Maggio 2016 si verificano allagamenti a Milano per i forti temporali. Si rinnovano ogni volta le polemiche sull’assenza di piani di manutenzione da parte delle amministrazioni comunali e regionali.
Ma dove finiscono tutti i soldi del cuneo fiscale di cui sopra?
6- Incendi.
29 maggio 2016 a Pantelleria un incendio doloso imperversa da tre giorni ed ha già distrutto più di 600 ettari di terreno. Il sindaco Gabriele dichiara: “Un atto criminale, vigliacchi che volevano fermare la realizzazione del Parco”. Insomma arriva l’estate e si ripete la solita storia di centinaia di ettari bruciati “con dolo”. Anche qui tante promesse ma nessun risultato concreto.
7- Sovraffollamento delle carceri.
I dati del XII rapporto dell’associazione Antigone “Galere d’Italia” dicono che alla fine dell’anno al 31 marzo 2016 ci siano 1331 detenuti in più. Il tasso di affollamento è al 108% e 3950 persone sono prive di un posto regolamentare, mentre altre 9mila hanno meno di 4 metri quadri a testa. Uno spazio talmente piccolo da non rispettare gli standard minimi previsti dal Consiglio d’Europa, ma allo stesso tempo costosissimo, visto che per ogni detenuto lo Stato spende più di 140 euro al giorno. Quasi tre volte quello che paga la Spagna. Ecco anche questi soldi sono pagati con il nostro cuneo fiscale.
8- Lotta alle Mafie.
Anche questo è un tema lungo quanto quello della questione meridionale. Talmente complesso ed articolato che sarà difficile riassumerlo in poche righe. Quello che possiamo dire è che leggendo sui giornali i numerosi casi di ingerenza tra politica e mafia sembrerebbe che le promesse gridate a gran voce dai politici che si immolano contro le mafie siano una barzelletta. I dati ci dicono che una grossa fetta del PIL italiano è rubato dalle mafie. Ovviamente questa perdita non ci aiuterà a ridurre il cuneo fiscale, tantomeno ad eliminare la questione meridionale.
9- Occupazione.
Il tasso di disoccupazione ad Aprile 2016 è pari all’11,7%, in aumento di 0,1 punti percentuali su marzo. (dati Istat). Drammatica la situazione se ci si concentra sui giovani, ovvero sulle persone tra i 15 ed i 24 anni. La disoccupazione dei nostri ragazzi è al 36,9%, quasi 1 giovane su 4. La disoccupazione giovanile provoca disagio ed ha come primo effetto una fuga di questi ultimi all’estero. Un secondo effetto, ovviamente, è il diffondersi del lavoro nero. Da non dimenticare il fenomeno dei “bamboccioni”. Fintantoché i giovani non sono indipendenti non si smuovo dalle grinfie di mamma e papà.
10– Debito pubblico.
Parliamo del debito pubblico in fondo, non perché sia meno importante, anzi, ma perché è il riflesso di tutti i problemi precedenti. Un paese che non funziona deve continuamente aumentare il suo debito per fare investimenti e/o pagare le spese. Di conseguenza aumentando il debito aumentano gli interessi e per pagare questi ultimi si emette ulteriore debito. Quest’ultimo è risultato in crescita nell’ultimo trimestre e si attesta a 2.214,9 miliardi di euro. Il rapporto del debito rispetto al PIL, anch’esso in crescita, si attesta al 132,7%. Sapete a quanto ammontava il debito nel 1970? Era al 37%. Ma come? Dopo tutte le promesse fatte e rifatte questo è il risultato?
C’è una sopresa. Ebbene si l’11 Sorpresa che è la più vergognosa.
11– Legge elettorale
Da quando ho 18 anni che sento parlare di nuova legge elettorale. Siamo nel 2018 e dopo averci preso in giro per (non li conto più) non so quanti anni con governi tecnici, comitati dei saggi non sono riusciti a fare una legge elettorale degna di un paese Democratico che fa parte dell’Unione Europea. Andiamo al voto con la solita schifezza che genererà instabilità, governi tecnici ed altri anni di assenza di riforme.
Ma veramente volete ancora andare a Votare il 4 Marzo 2018?
Insomma se facciamo un bilancio stiamo messi proprio male. Quello che vi suggeriamo è di ascoltare bene le parole dei politici quando parlano durante i loro comizi. Se vi tenete la pagina di BombaGiù aperta su questa pagina sul telefonino penso che vi farete delle gran belle risate. Come si dice, si ride per non piangere.