La femminilizzazione dell’uomo, questa triste realtà

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Negli articoli e video che ho pubblicato in precedenza ho messo in evidenza il disegno avviato da anni sulla femminilizzazione maschile, e ho citato sempre che uno degli artefici che ci mette una buona mano a femminilizzare l’uomo è il reparto moda.  Naturalmente non tutti, ma parecchi stilisti hanno preso a femminilizzare l’uomo usando modelli effeminati da mandare in passerella, modelli sempre più filiformi, ancheggianti e abbigliati con abiti pittoreschi oltre il femminile, che forse rendono solo agli occhi di quella minoranza che piace l’uomo travestito.

Purtroppo, siamo ormai arrivati in un periodo dove si cerca di proteggere questa casta o peggio ancora, di incentivarla.

Ora non vorrei essere frainteso dicendo “si cerca di proteggere questa casta”; non intendo che bisogna ostacolarli o peggio ancora, di arrestarli, non di certo.

Ma bisognerebbe cessare questa incentivazione a femminilizzare l’uomo e dovrebbe cessare anche questa corsa da parte della casta LGBT a mettersi in primo piano e voler addirittura prevaricare la famiglia tradizionale.

Bisogna finirla con questo conflitto che c’è dalla parte degli uomini che si mettono in competizione con le donne, e da una parte una categoria di donne che rema contro gli uomini; una guerra assurda.

Eppure, basterebbe poco fare della propria vita, una conduzione pacifica senza esaltare le proprie tendenze.

Insomma, bisognerebbe continuare la propria vita nella serenità del proprio essere senza fare rumore, come dico spesso, senza fare rumore, una parola che mi è rimasta impresso leggendo un libro, parole che fanno proprio al caso.

 Vivere sereni e non importarsi della tendenza degli altri, purché la vivano nella semplicità e la riservatezza di casa propria, proprio come fanno la maggior parte degli eterosessuali, che vivono la loro vita senza dove sbandierare la loro normalità e senza bisogno di manifestazioni etero-pride.

In tutto questo, sento il diritto di esprimere il mio pensiero senza dovermi curare della censura del politicamente corretto, in tutto questo vedo solo delle caricature e il trionfo della magnificenza della donna e l’uomo, una triste imitazione della donna ancor di più, mal riuscita.

La femminilizzazione dell’uomo, questa triste realtà

di Nico Colani

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright