Un filo pieno di emozioni Maria Lai e Pietra

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Tempo non solo slabbrato, zona rossa, secondo lockdown, come uno spettro tra i fantasmi si aggira Astrazeneca, il vaccino appena sospeso, prima un lotto, poi l’intera gamma…e tu sei  tra quei docenti  nel cui corpo scorre la prima dose.

Servono emozioni forti e allora corro a viaggiare tra i fili di Maria Lai  e vengo avvolta dentro uno dei fili più emozionanti di questo viaggio. Pietra, la mia amica di Via Margutta mi aveva parlato di un suo intervento al Maxxi  per ricordare la Lai. Di quell’incontro a casa sua ci sono i fogli, il canovaccio del suo intervento.

Questo è l’incipit del viaggio, con la premessa che Pietra si è sempre presentata come una amica della Lai, una insegnante in pensione, che per volontariato continua a dedicare tempo ai giovani, che per “piacere” va alle mostre. Non si è mai presentata con “i suoi titoli”. Anche nei “nostri carteggi in rete” nel dirmi brava, mi piace il tuo scrivere emozionante, ma non sono una critica letterari, posso tranquillamente dire che “quando è nata indossava il camicino della modestia e non l’ha mai gettato.

In un’epoca di maestri e di titoli, lei sceglie la semplicità per comunicare.

Primo filo Pietra scorro in rete trovo il video del Maxxi  con lei che parla della Lai, con in mano con quei fogli, canovaccio del suo intervento. Ops Pietra scopro si chiama Piera Panzeri, ops fermati è una storica dell’arte, collabora al Nac, al Notiziario dell’arte contemporanea, fondata da Francesco Vincitorio. In rete trovi di  Piera i suoi lavori, le sue pubblicazioni, di immagini visive trovi solo questa foto, usata per presentare le relatrici e i relatori del convegno. Nel video appare nella  “versione” in cui l’ho conosciuta io, i capelli lunghi bianchi, la sua eleganza.

La sua voce un po’ rauca, si giustifica a causa di un raffreddore, una voce che trasuda delle emozioni.

Piera Panzeri laureata in lettere moderne alla Cattolica di Milano,collabora con Zeno Birolli alla stesura delle voci dell’arte contemporanea. Nel 75 si trasferisce a Roma, pubblica due quaderni di didattica museale. Al Maxxi si presenta “per sciogliere un debito di amicizia, alimentata da ore di colloqui. Come “supplente di Francesco Vincitorio, il trait d’union della loro profonda amicizia. Mentre illustra l’importanza dei dialoghi tra Maria e Francesco sul ruolo di intendere l’arte li rivede sul divano di Via Margutta, sono quelle “presenze assenze” che restano a vivere dentro di te.

Provo un tuffo al cuore, sono stata seduta sul divano di via Margutta, chissà ho scelto ogni volta il lato a sinistra, chissà se anche LA Lai sceglieva quel lato. Maria e Francesco erano legati dall’anonimato, dice Piera, qui aggiungo io, sono un triangolo dell’anonimato,anche Piera ama l’anonimato, vedi la mancanza di sue immagini in rete. La Lai, parla Piera  non andava alle sue mostre, per non far distogliere l’attenzione dalle opere. Dopo la sua morte per 30 anni le  sue opere dovevano essere nascoste  per poterle capire meglio.

Partiva dalla materia, cioè dal filo.

Le parole trascritte da un video sono dei codici impietosi, per vibrare di emozioni devi ascoltare le parole direttamente dalla voce di Piera, che ci trasporta al Massenzio in una sera d’estate, al filosofo Seneca ai casi, che vengono incontro. Un caso Piera è amica di Pino,io sono amica di Pino, sono finita sul divano, in cui sedeva LA LAI … Fame di infinito del 1997 è l’opera che piace di più a Piera, mentre si snodano i ricordi,il bisogno di silenzio.Dedizione totale all’arte con rinuncia a rapporti sentimentali, che avrebbero impedito la totale dedizione. Siamo a Cardedu Piera e Maria vedono insieme “Scarpette Rosse” il tema rapporto amore arte, la fiaba finisce in tragedia, la ballerina muore danzando, non si può amare insieme amore e arte.

La ballerina rinuncia all’amore. L’arte è un gioco per Maria, prosegue Piera, un regalo per superare i momenti difficili, Maria come anticipatrice dei momenti difficili, l’opera al Parlamento, di cui abbiamo già narrato in questo viaggiare Viaggiamo sulle carte,lo scontro con Berengo, le persone colte devono interessarsi di arte, per  Maria era inconcepibile non interessarsi all’arte. Piera ha le chiavi dello studio abitazione di Maria, conosce le sue letture, i foglietti su cui annotava le citazioni, le trascrizioni delle letture,cita i poeti preferiti dalla Merini a Leopardi, passando dalla Dichson. Le botteghe alla cannella di Schulz, i tanti libri studiati della casa di zia Lola,come veniva chiamata.

Si snodano ricordi: Maria che mangiava poco, ma era golosa della Viennetta,il gelato dal nome aristocratico, che puoi comprare al market, Maria che adotta delle micie tre miciette. A via Margutta a casa di Pietra Piera ci sono due micie.Arriviamo al filo più filo di questo viaggiare. Maria sta malissimo, si tengono per mano.Le parlava delle sue opere,la ringraziava per la sua arte, le leggeva poesie di Primerio Bellomo…Maria aveva gli occhi semichiusi, aspettava il sonnifero “io domani parto”. Pietra non sapeva se  Maria l’ascoltasse,ma sentiva vibrare dentro quel filo che le aveva tanto unite. La mattina prima di partire vengono a chiamare Piera ”Maria vuole salutarti”.

Non so se sia riuscita a trasmetterti le vibrazioni dello scatolone Maria e Pietra.