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Istruzione

I veri problemi della scuola

Quali sono i veri problemi della scuola? Una domanda che ci siamo posti in tanti. Ed il dibattito sull’istruzione, purtroppo o per fortuna, risale sulla scena teatrale ogni anno.

La decisione del Governo d’introdurre, con il disegno di legge Concretezza, il controllo biometrico anche per la dirigenza scolastica rischia di alimentare sterili quanto inutili polemiche, perdendo di vista i veri problemi della scuola in Italia.

Peraltro nessun docente si è mai lamentato per il fatto che deve adempiere a una serie di formalità per attestare la sua presenza a scuola. Allo stesso tempo nessuno si è mai richiamato alla libertà d’insegnamento per opporsi a questa prassi consolidata.

Orbene indipendentemente dall’analisi che si potrebbe fare mettendo a confronto le modalità precedenti di lavoro della dirigenza scolastica, che prevedevano una presenza ordinaria di 36 ore settimanali, anche su base plurisettimanale, all’attuale libertà di organizzare autonomamente tempi e modi della propria attività che non significa come e quando si vuole ma che comporta invece impegno, organizzazione, disponibilità, tempestività, presenza senza mai dimenticare che tutto ciò deve comunque avvenire, sempre e comunque, in assoluta trasparenza, guardiamo ai risultati conseguiti nel mondo dell’istruzione pubblica, prendendo spunto da recenti indagini OCSE-PISA, Programme for International Student Assessment, pubblicati sui mass media.

Da tali indagini emerge, per esempio, che sono più di 100.000 su un totale di quasi mezzo milione, il 20%, gli alunni di 15 anni, provenienti per lo più da contesti svantaggiati, che non raggiungono i livelli minimi di competenze in matematica e lettura in Italia.

Dati confermati anche dai risultati delle prove Invalsi 2017. Inoltre in Italia, tra i paesi Ocse, si registra un elevato livello di abbandono scolastico prima della conclusione della scuola secondaria superiore, con circa il 50% in più rispetto alla media degli altri paesi. Infine nel Paese si registra una percentuale del 27% dei giovani tra 15 e 19 anni, i quali rappresentano i cosiddetti NEET: non studiano non lavorano e non cercano un lavoro. E il discorso potrebbe continuare.

Parlando, dunque, dei veri problemi della scuola, facciamo uno parallelo con il mondo del calcio. Quando la squadra non raggiunge gli obiettivi prefissati, il primo a pagare è l’allenatore. Viene da chiedersi, evitando il consueto lancio della palla fuori campo, rimandando tutta alla politica, le responsabilità dei risultati, a dir poco deludenti, che si registrano nel mondo della scuola italiana, di chi sono? Su queste questioni è auspicabile che si apra un dibattito. Bisogna accettare di buon grado anche da parte della dirigenza scolastica l’introduzione dei controlli biometrici, come ulteriore misura atta a garantire, nel mondo del lavoro, trasparenza e sicurezza.


I veri problemi della scuola

Gennaro Capodanno – gennarocapodanno@gmail.com

Gennaro Capodanno

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