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Il potere dell’acquisto muta da verbo a sostantivo

Nel 2016, le famiglie hanno aumentato la spesa per consumi (+1,3%) in misura inferiore rispetto alla crescita del reddito disponibile (+1,6%); di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie sale all’8,6% (+0,2 punti percentuali).

“Il fatto che la spesa per consumi sia salita in misura inferiore rispetto al reddito disponibile, dimostra che anche le famiglie che riescono ad arrivare a fine mese sono restie a mettere mano al portafoglio, non avendo fiducia nel futuro. L’incertezza per la propria condizione economica ed il rischio di manovre correttive non facilita la ripresa, riducendo la propensione al consumo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Quanto al rialzo del potere d’acquisto, è merito solo della deflazione, che non si registrava dal 1959. La cosa più grave, comunque, è che la situazione peggiora invece di migliorare: la spesa per consumi finali, infatti, scende dal +1,5% del 2015 al + 1,3% del 2016”, conclude Dona.

 

Fatti i conti, visti i confronti, ancora una volta ci risiamo con il sempiterno potere di fare la spesa. Già, ma cos’è?

 

Nella definizione statistica dell’Istat il potere d’acquisto misura il reddito lordo disponibile delle famiglie in termini reali, ottenuto utilizzando il deflatore della spesa per consumi finali delle famiglie espressa in valori concatenati con anno di riferimento 2000.

Per la burocrazia economica, solo una misura, oltre il notaio, molto altro.

Nell’economia della produzione, lineare e aperta, quel potere fa il verbo tra il soggetto, lavoro, ed il complemento, spesa. Un portafoglio, insomma, che si riempie lavorando e si svuota acquistando quello di cui si ha bisogno.

Nell’economia dei consumi, circolare e continua, quel verbo muta in sostantivo. Si, nella sostanza di chi governa il processo produttivo: con la spesa si fanno 2/3 della crescita, con la domanda si gestisce l’offerta e il prezzo; facendo switching migliora la redditività del reddito, con l’esercizio di consumazione si genera nuova produzione, occupazione e lavoro.

 

Chi vorrà sottrarsi a questi diktat?

 

Potere, si, oltre la volontà di potenza; consenso di individui che trovano un interesse all’obbedienza.

Dubbi?

Possibili, quando si stava in quel sistema lineare, aperto.

Impossibili, quando si sta in uno circolare e continuo.

Nell’economia della produzione, con un portafoglio vuoto cresceva il bisogno; nell’economia dei consumi decresce tutto.

La forza del consumatore non sta nel poter acquistare quanto nel potere che deriva dal farlo.

 

Mauro Artibani

Audio della puntata di “La versiona di Oscar” di Radio24 con ospite Mauro Artibani.

mauro artibani

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