IL SILE
( a Quinto di Treviso )


Piccolo, grande fiume di risorgive
Quinto lo sai, è nata sulle tue rive
fosti fonte di vita, dei nostri antenati
in quei lontani e bui, anni ormai passati
dove quel poco, che allor si mangiava
forse davvero, proprio da te si ricavava.

Eri zona palustre, ricca di canneti,
ma per i pescator, non avevi segreti
eri si, un’inesauribile fonte di pesca
quando bastava allor, una semplice esca
un verme qualsiasi, preso da terra
e tra l’uomo e il pesce, iniziava la guerra.

Poi, un’altra guerra le cose cambiò
tutto attorno a te, pian pian si trasformò
anche tu cambiasti, anche se mai domo
caro il mio Sil, proprio per man d’uomo
lui, ti raddrizzò e allargò, il tuo alveo scavò
tanta sabbia e ghiaia, con la tua acqua lavò
con te e su di te, veramente assai guadagnò
alfin, esaurito, poi ti abbandonò.

Ma sei nel nostro cuor, vecchio limpido Sile
perché ci ricordi, le corse giù in cortile
quella che era allor, la nostra età infantile
o quella poi, di qualche amor giovanile
quando, lungo le tue rive in passeggiata
si veniva, con qualche ragazza innamorata.

Sembra però, non ci si ricordi più di te
ognuno pensa, esclusivamente sol per se
è chiamata progresso, questa cosa che vale
e questo lo sai, ci fa star tanto male
perché sembra ormai, sia una cosa normale
buttar qualsiasi cosa, dentro al canale
sia il sacchetto di plastica, che un giornale
che va a lordar, sia la riva che il fondale.

E… ti inquinano sempre, ogni giorno di più
non solo scarichi, ma ciò che tanti buttan giù
accaniamoci dai, con rinnovato furor allora
con chi rovina, tutta, tutta la tua flora
per poter davvero, farti tornare come allora
il fiume bellissimo, che ricordiamo ancora.


Il Sile

Storia di un fiume che per tantissimi anni è stato sfruttato in tutti i sensi, dalla pesca al tempo dei tempi, da una comunità, Quinto di Treviso nata sulla sue rive, all’estrazione poi, di sabbia e ghiaia, per oltre 80 anni e quindi, quando non c’era alcunché da estrarre, abbandonato a se stesso. L’inquinamento delle sue acque è sempre più diffuso, ma si spera che un giorno, torni come prima, limpido e pulito, quando la gente capirà, che non lo deve insozzare più.