Cadiamo

208

CADIAMO

Mi scappa il
Piede
Tra i cocci
Di te
Sparsi
Mi si sbuccia il
Cuore
Sanguiniamo
A passo
Lento

Ho scritto questi versi un pomeriggio di sole ghiacciato, senza troppe pretese, a dire la verità. Me li sentivo tra la carne. Ruvidi, frammentati, appuntiti, mi hanno grattato le pareti fino a quando non ho permesso loro di fluire via, di scivolare sul foglio e di cercare di immortalare, con fare icastico, un intenso senso d’umano che si manifesta, tra le due strofe, in una successione di suoni, ritmi e immagini. Un moto parabolico di ripida e improvvisa discesa e di lenta ascesa, un percorso, in ogni sua parte, rigorosamente al plurale.

Amore. Condivisione.

Permettetemi di non rivelare altro. Vivisezionare ulteriormente il testo e rivelare “troppo”, ponendo l’accento solo sulla mia prospettiva e sul mio contesto, credo distruggerebbe la magia che l’esperienza poetica dona tanto a chi scrive quanto a chi legge. Mi piace pensare che dietro allo stesso componimento possano spalancarsi numerosi mondi diversi, tanti quanti sono gli occhi che lo catturano, i cuori che lo assorbono, le menti che lo rielaborano. Suggestioni, evocazioni, riflessioni improvvise trovano nel sentire soggettivo il seme della fioritura più preziosa.

Per queste ragioni, il commento alla poesia sopra riportata non vuole essere altro che uno spunto, una nota che, pur individuando il significato centrale e originale del componimento, lo lasci intravedere solo quanto basta a renderlo il punto di partenza per una collaborazione attiva, creativa, con il lettore, con il suo vissuto, il suo bagaglio, le sue lenti della vita.

Chissà quali e quanti volti possono trovare casa tra le mie parole, quante storie, quali amori, di madri, di padri, di figli, di amanti, di fili intrecciati per l’eternità, di linee rette destinate a non incontrarsi mai, di perpendicolari condannate a dirsi addio per sempre, quali sentimenti segreti, confidati alla luna, o taciuti persino agli abissi dell’anima. Quanti occhi. Quanti cocci rotti. Quanti cuori sbucciati.

Chiudo questo breve spazio di commento con la speranza che possiate trovare frammenti di voi nei miei versi. E che questo riconoscervi sia un’esperienza viva, qualunque emozione vi susciti.

Silvia Andrea Russo