Scrivere mi ha trovato e io non ho trovato questa cosa: me la sono ritrovata addosso, praticamente; finché, a un certo punto della mia vita, per caso e non per scelta, ho partecipato a dei concorsi letterari: questo libro è il risultato della vittoria di uno di
questi, perché “Le conseguenze della morte“, di Francesca Facoetti ha inaspettatamente conquistato la pubblicazione.
Avevo diciassette anni ed era appena morta mia madre, perciò da esse traspare il devastante senso di disperazione che era in me; all’epoca non mangiavo, non dormivo ma scrivevo soltanto, era l’unica cosa che facessi: scrivere in modo furioso, con la mente lontana e il tempo sottratto al sonno. Scrivere mi dava (mi dà ancora) quel senso intenso di sollievo sottratto al dolore che purtroppo era il mio compagno. Queste poesie sono state scritte ovunque, anche in classe durante le lezioni quando i professori avrebbero voluto togliermi quel diario su cui annotavo ogni pensiero.”
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