Manifestazione nazionale 23 marzo 2018. Dopo la sottoscrizione con riserva della pre-intesa contrattuale la FSI-USAE ha confermato lo sciopero e la mobilitazione dei lavoratori del comparto del Servizio Sanitario Nazionale.
La FSI-USAE ha sempre tenuto la barra a dritta sui diritti dei lavoratori. Ha portato avanti sin dal 2010 una battaglia sul tema della rivalutazione degli stipendi con più scioperi, sia contro i tagli operati dalla spending review che contro lo scellerato accordo del 30.11.2016 intervenuto fra la Ministra Madia e CGIL, CISL, UIL e successivamente dalla CONFSAL. Ci siamo sempre schierati contro le manovre finanziarie che hanno solo sfiorato i signori della politica ma hanno pesantemente intaccato gli stipendi dei lavoratori pubblici.
Gli obiettivi della nostra Federazione sono chiari. Più volte esplicitati, e nella trattativa abbiamo rivendicato le stabilizzazioni dei precari, lo sblocco del turn-over e l’azzeramento delle esternalizzazioni, delle consulenze e degli appalti di servizi perseguendo altresì il miglioramento della qualità della vita nei luoghi di lavoro e la garanzia del giusto riposo dei lavoratori, ponendo altresì l’accento sulle questioni professionali.
Le rivendicazioni sono state portate avanti in un percorso lungo un ventennio, e le nostre battaglie hanno portato al riconoscimento dei profili professionali e alla legge 42/99, al superamento del D.P.R. 761 con la conseguente possibilità di carriera per il personale del SSN, l’accesso delle professioni alla dirigenza, la formazione professionale a carico delle aziende e l’istituzione degli ordini professionali. Il riconoscimento della dignità e del ruolo per le professioni sanitarie, operatori che ormai sono tutti laureati e altamente specializzati, con specifiche competenze e responsabilità enormi, è indifferibile.
Dal nostro punto di vista, la manifestazione organizzata a Roma e lo sciopero a singhiozzo (due ore inizio di ogni turno), diventerà un giorno importante per la nuova legislatura, poiché è giunto il momento di parlare di Sanità non solo per i tagli, ma soprattutto per valorizzare il personale che vi opera. Le nostre richieste prevedono una retribuzione adeguata alla qualità del lavoro, il riconoscimento delle competenze professionali e soprattutto l’istituzione dell’area quadri per le professioni sanitarie.
Dopo ventitré anni dall’emanazione del profilo professionale delle professioni sanitarie, e dopo diciassette anni dalla promulgazione della legge 251, è tempo di fare chiarezza su come si intendono riconoscere le competenze avanzate degli Infermieri. Al nuovo Parlamento appena insediato e alle Regioni chiediamo anche un finanziamento aggiuntivo da dedicare alla riclassificazione del personale e che permetta da subito, una effettiva rivalutazione degli stipendi. Sul tavolo poniamo anche il riconoscimento del lavoro usurante per tutti i lavoratori turnisti, indipendentemente dal numero delle notti effettuate all’ anno. Così come la garanzia di poter andare in pensione con 40 anni di servizio. Anche la Segreteria di Novara parteciperà alla manifestazione nazionale.
I dipendenti del S.S.N. sono una risorsa e non un costo come da anni ormai ci fan credere.
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