Quanto tempo ci vuole per innamorarsi? Bastano 0,2 secondi. Lo dice uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience, second il quale donne e uomini valutano il potenziale romantico di un incontro in tempi brevissimi e su un numero limitato di informazioni, prima tra tutte l’aspetto fisico.
Una conferma che con la tecnologia riservata alla diagnostica clinica, aveva eseguito una serie di scansioni del cervello di recenti vittime di un amore a prima vista per arrivare alla conclusione che il colpo di fulmine avviene in 0,2 secondi e che sono ben dodici le aree cerebrali coinvolte nel processo.
Tutto comincerebbe dal volto. Il viso infatti veicola il 95% del fascino personale. Quindi, quando l’occhio ci cade su un volto “interessante” i neuroni sensitivi primari, e cioè quelli che partecipano all’ acquisizione di stimoli, si attivano. I segnali vengono inviati al talamo, dove vengono elaborati. E’ in questa area del cervello che si genera quello stato di eccitazione e piacere.
Altri segnali che nel complesso ci fanno rendere conto che siamo” fritti” sono: palmi della mano che sudano, battito cardiaco accelerato, flusso sanguigno che aumenta e rossore che si diffonde su diverse parti del corpo.
L’aspetto fisico è quindi l’elemento che avvia l’attrazione: e dire che la maggior parte delle persone lo nega, più per mancanza di consapevolezza che per malafede. Nessuno è indifferente alle attrattive fisiche dell eventuale partner.
Quello che fa scoccare la scintilla per gli uomini è l’aspetto fisico della donna (64% ), il sorriso ( 52% ) lo sguardo intrigante (43%) la dolcezza (34%) le mani curate (25%).
Per le donne invece, in uomo vale di più lo sguardo tenebroso (71%) il sorriso (61%) l’ironia (53%) un aspetto curato (46%) e la fisicità generale (38%).
I sondaggi parlano chiaro: in tutto il mondo occidentale almeno, la maggior parte delle persone crede al colpo di fulmine. Secondo l’indagine di Ottica Avanzi, che ha coinvolto 1200 persone di età compresa tra i 19 e i 45 anni, due italiani su tre dichiarano di crederci, e uno su due dei “fiduciosi” sostiene di aver trovato così l’amore della sua vita. Il 41% degli intervistati ne è stato vittima una volta nella vita, il 22% due volte e l’11% addirittura di più. Solo il 26% dichiara di non averlo mai sperimentato e di conseguenza è scettico sulla sua “esistenza”.
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