Un errore di sistema

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UN ERRORE DI SISTEMA
Una breve storia

In un certo senso se l’aspettava. Non era nato mica ieri. D’accordo, era un uomo di un altro tempo, ma non stupido. Questo no. E poi l’Ingegnere – così era conosciuto in città – si era costruita con molta fatica la fama di persona perbene. Così, quel giorno, nella stanza del neo assessore ai Lavori Pubblici, rimase sì scosso, ma non più di tanto. Era stato avvisato per telefono, all’ora di colazione, dalla segreteria dell’assessorato, che alle dieci avrebbe dovuto conferire con il titolare dell’ufficio pubblico fresco di nomina. Costui, un trentacinquenne, era il prototipo di quel ‘nuovo’ – che sa tanto di ‘vecchio’ – il quale a intervalli regolari si fa largo a gomitate nel Paese.

Vero e proprio ‘animale politico’, tipo la maschera incarnata da Massimo Ghini in Compagni di Scuola di Carlo Verdone.

Gli somigliava pure, sia nell’aspetto sia nell’atteggiamento. Le elezioni amministrative si erano appena svolte e la vittoria era arrisa, dopo un serrato testa a testa nel ballottaggio, allo schieramento che una volta si sarebbe detto ‘progressista’, agevolata del resto dalle divisioni che avevano spaccato il fronte nel campo avverso.
L’Ingegnere non si era ancora seduto, che l’assessore attaccò senza tanti preamboli da dietro la scrivania da manager:

“Devo dirle una cosa. Ho parlato con il sindaco. Siamo costretti a rimuoverla dal suo incarico di consulente. Sa, l’appalto del depuratore di Rocca Felice prevede una certa libertà d’intervento, lei mi capisce …”, ammiccò con un sorriso complice l’assessore. “Tutto ha un costo, ingegnere”, chiosò tornando subito serio.

E voi sareste il nuovo che avanza!”, ribatté quest’ultimo alzando di un tono la voce; “comunque la ringrazio. Almeno è stato franco. Tornerò molto volentieri alla mia vita, alla mia famiglia, al mio lavoro”.

Mi dispiace”, disse l’assessore poggiando i gomiti sulla scrivania e corrugando la fronte, “ma se lei restasse al suo posto è… ehm… come se diventasse… ehm… un ʻerrore di sistemaʼ. E il Sistema, glielo garantisco, è spietato. Non tollera errori”, concluse guardando in tralice l’Ingegnere.

Questi non replicò. Non era necessario. Accennò un saluto con il capo e guadagnò l’uscita accompagnato dallo sguardo canzonatorio della segretaria.

L’assessore non si fece più sentire. Dopo qualche giorno, il Sistema si avvalse di un nuovo consulente: un architetto amico dell’assessore. Un problema in meno. Per il Sistema, chiaramente. Non per i cittadini.