Che noia stare a casa direte voi io così non lo dico, in questi giorni di quarantena a causa di
questo COVID-19 o comunemente chiamato coronavirus ho imparato a conoscere la mia casa. Ho scoperto che è un luogo magico, soprattutto se ha un giardino, proprio come la mia, allora si che c’è da divertirsi! Io ho ignorato questa cosa per anni a causa dei compiti, anche del cellulare e lo ammetto, non passavo tanto tempo con il mio cane, adesso stando a casa ho scoperto che stare giù in giardino e giocare con il mio cane è la cosa che mi piace fare di più.
Adesso vi racconto una cosa strana.
Ieri sono andata in giardino e con mia sorella abbiamo iniziato a fare un gioco, ma mentre giocavamo, per sbaglio ho abbassato un ramo ad un albero e, si è aperto un passaggio segreto che porta su una discesa con tutti alberi io ho provato a salire su alcuni veramente alti e in cima, tra i rami, c’erano dei segni con delle frecce ma avevamo paura di seguirle e siamo tornate da Léon. Arrivata la sera torniamo a casa senza dire ciò che è successo ai nostri genitori. Il giorno dopo facciamo lo stesso, abbassiamo il ramo, andiamo nel passaggio segreto, ma questa volta seguiamo le frecce che ci portano in un tunnel sotto terra che ci porta in un’enorme pianura piena di alberi disposti in file con ognuno una freccia, ad un certo punto vediamo un uomo con un’ascia in mano urlando « chi va là » avvicinarsi verso di noi.
Siamo scappate e siamo salite su un albero, l’uomo si avvicina, ci guarda, prepara l’ascia per colpirci ma ad un certo punto, arriva Léon e con un mozzico alla mano, gli porta via l’ascia e lo fa cadere a terra. L’uomo si rialza, con le intenzione di prendere Léon, ma io gli salto addosso e Dalila lo colpisce con un bastone, l’uomo ormai svenuto è pieno di ferite. Io, mia sorella e Léon scappiamo, passiamo nel tunnel, sotto la rete, saliamo la discesa e chiudiamo il passaggio segreto. Arrivata la sera, torniamo sopra vittoriose ma spaventate perché l’uomo ci stava cercando.
Tutte e due quella notte non dormivamo ma poi siamo crollate dal sonno.
Il giorno dopo ci siamo svegliate agguerrite e senza fare colazione siamo scese sotto. Abbiamo di nuovo riaperto il passaggio, siamo ripassate sotto la rete e di nuovo sotto il tunnel ed eccoci siamo arrivate alla pianura. Senza farci sentire abbiamo piazzato tante trappole, ci abbiamo messo almeno un’ora mi misi ad urlare per far svegliare quel vecchio babbione, e come la volta scorsa si mise ad urlare ma questa volta dicendo «piccole pesti dove siete» e noi siamo uscite da dietro l’albero dicendo: «eccoci». Lui ci seguiva e noi lo portavamo dritto verso le nostre trappole. Alla fine, lo abbiamo legato e riportato nella sua capanna chiusa a chiave, ma ci iniziarono a seguire i suoi lupi domestici e noi siamo scappate, siamo tornate a casa per la paura e quella notte abbiamo preparato un’altra trappola.
La mattina dopo abbiamo rubato due salsicce fresche e siamo andate in giardino e percorrendo la stessa strada per l’ennesima volta siamo tornate alla pianura.
Abbiamo piazzato la trappola, svegliato il lupi e li abbiamo portati dritti alle salsicce dove gli abbiamo messo dei collari e li abbiamo portati alla loro cuccia poi vittoriose abbiamo fatto un pic-nic ma, ad un tratto abbiamo sentito un urlo d’uomo ci siamo guardate in faccia e abbiamo urlato all’unisono « <corri ». Abbiamo corso velocissimo e siamo andate nel garage dove ci siamo preparate per affrontarlo, abbiamo preso un bastone, delle forbici ed una corda, siamo pronte, abbiamo raggiusto il luogo della battaglia in poco tempo, lui e i suoi lupi ci stavano aspettando con un espressione rabbiosa, lui ha un’ ascia in mano, io con la corda e Dalila con il bastone ,lui prepara l’ascia, salta e sferra un colpo sfiorandomi.
Io, approfittando della situazione, gli lego i piedi e lui cade a terra come un pesce lesso, ma lui ha ancora l’ascia in mano e prova a colpire Dalila, ma io gli calpesto la mano e lui fa cadere l’ascia a terra, mentre Dalila sale sull’albero per proteggersi dai lupi, io lego l’uomo ad un albero e lui cerca di prendere l’ascia ma io gliela allontano in modo da non fargliela prendere poi arrivano i lupi io e Dalila siamo pronte a difenderci, ma loro invece di attaccarci, ci fanno le feste, come ai cani. Questa è una cosa strana mentre ci pensavamo, siamo tornate al garage e visto che avevamo fame abbiamo chiamato mamma facendo la videochiamata poi gli abbiamo chiesto se papà era ancora nello studio a lavorare e lei ci ha detto che papà era sceso in giardino. Noi salutiamo mamma, mangiamo e poi riandiamo alla pianura.
Arrivate lì abbiamo deciso di vedere se papà indossava quei panni e quei baffi finti solo per farci paura, verifichiamo ed era lui, gli abbiamo chiesto il motivo per cui era lì e lui ci ha risposto che sapeva già del passaggio segreto già da prima e allora per farci scappare da quel posto stupendo, si è travestito da quell’orrendo uomo. Da allora quello è il nostro posto segreto dove abbiamo costruito una casetta per passare il tempo e per fare i compiti all’aperto.
Iaboni Elettra