L’ uomo bomba, ballo scontroso


Non ti conosco e sono la tua morte
che bella infarinata d’infedeli
mi siete capitati tutti in sorte

la bomba già mi fa rizzare i peli

mi chiamo uomo il resto non importa
conta soltanto ch’è arrivato il giorno
che il paradiso m’apre la sua porta

la bomba è il piatto forte voi il contorno

mi sono caricato come un mulo
e mi sollazzo in mezzo al tuo mercato
con la mia miccia lunga sotto al culo

pregusto l’esplosione sul palato

tu sei venuto figlio del peccato
con quella tua puttana ed il bambino
s’inebria col suo zucchero filato

sarò un insetticida sopraffino

il mio si spande identico a raggiera
s’appiccica alle carni difilato
ti senti per un niente una chimera

ma sei soltanto un tronco mutilato

l’attimo dopo sei meno che niente
e più vi faccio fuori più avrò schiere
di mogli ed altre leccornie d’oriente

la stappo e già si riempie il mio bicchiere

m’han preso ormai ridotto da straccione
sputavo in terra tutta l’esistenza
senza un domani senza una ragione

saltar in aria su fino all’essenza

e sempre m’hanno detto di sperare
che avrei riempito i libri del mio nome
che questo è il modo giusto per crepare

la bomba è il moto a luogo è il nostro seme

io ci ho creduto l’ho voluto forte
io ci ho creduto e infondo era destino
ho ringraziato Dio per questa sorte

la bomba è Iddio che guida il mio cammino

mi guardi per un attimo e non vedi
ti sfioro e ormai non posso più aspettare
non sento più la terra sotto ai piedi

la bomba ti dà ascolto e si fa amare

ed ecco puoi spostarti pure in là
che tanto ti riprendo di gittata
mentre m’esplodo di felicità

o più alla buona faccio la frittata

18 luglio alle otto
pennino a miccia corta
chiedo venia o l’inghiotto
al più ti va un po’ storta.

L’uomo bomba, ballo scontroso – poesia di Alessandro Lanucara