Tempo slabbrato, sembra di essere entrati in un sogno incubo da cui non si riesce a svegliare, la nuova era, quella di Draghi è la brutta fotocopia, ma noi continuiamo il viaggio attorno a Maria Lai, un viaggio cominciato a casa di Pietra, la sua amica di via Margutta.
Un viaggio intenso, ogni volta che passo da Pietra sul mio blocco notes finiscono degli incipit, degli appunti da sviluppare. Era Covid, io viaggiatrice instancabile del corpo e della mente, da un anno quando è concesso il viaggio più lungo è a Roma, qualche scenario marino Sabaudia, qualche scenario montanaro Prato di Campoli. Il mio mondo fisico si è ristretto, viaggio virtualmente, inseguendo le opere della Lai. Io social e non solo sui social, mi sono ritrovata in esilio dentro casa, una casa, che è diventata un eremo, un convento di clausura, da cui esco solo per il tempo scuola.
Anche Gadda si isolava, pare che una volta si siano sfiorati A casa di Pietra l’ultima volta ho notato dei libri di Grazia Deledda. Pietra ha una libreria ordinata, sa sempre dove cercare quello che vuole, Una logica nella sua catalogazione. La Deledda spunta accanto alla Lai. Certo lo so, penserai è un collegamento geografico, la Sardegna. Invece il legame è un monumento realizzato da Maria Lai dedicato alla scrittrice, vincitrice del Nobel. “Andando via”è il titolo dell’opera, un’opera, che potremmo definire di meditazione, un camminare per poi tornare a riflettere su se stessi. Un luogo lontano dalla confusione, che riporta allo spirito di Grazia Deledda, anche lei amante della solitudine.
Colonne alte, strette di marmo, figure stilizzate di donne, pastori, telai. Andando via non è un luogo, ma uno stato di animo, una condizione.
Un’opera corale di arte tessile, Le sagome dei personaggi femminili dei romanzi della Deledda si stagliano su undici pilastri. Questo monumento sembra non sia mai stato ufficialmente inaugurato, ha trovato la sua eco dopo con una mostra a Milano In occasione della mostra delle tessitrici sarde hanno dato vita ai bozzetti della Lai. La Lai aveva letto attentamente i romanzi della Deledda, in una intervista in rete dice che lei era solita sottolineare con una matita le descrizioni fisiche dei personaggi e che Cosima l’aveva sempre affascinata e che in Canne al vento sentiva il suo Io. Andando via diventa un’opera da poter leggere metaforicamente oggi, non possiamo andare via dallo spazio fisico, ma possiamo andare via dentro di noi, un viaggio esplorativo ai tempi di Covid.
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