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Cronaca

Anonymous: Trump e Naomi Campbell nella rete di pedofili

Campbell nella rete di pedofili di Jeffrey Epstein? Ieri sera, il gruppo di attivisti informatici, Anonymous, ha lanciato una minaccia al governo degli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd. Il gruppo di hackers dichiara che, qualora il governo non fosse in grado di fare giustizia, comincerebbero a diffondere tutti i crimini che gli USA nascondono.

Poche ore dopo la diffusione del video di Anonymous, i cyber attivisti hanno rivelato la relazione tra personalità di spicco con la rete di traffico di minori di Jeffrey Epstein. Spiccano nomi come Ivanka e Ivana Trump, Naomi Campbell, Chris Evans (conduttore della BBC, non l’attore della Marvel), Mick Jagger e Will Smith, solo per citarne alcuni.

 

Naomi Campbell nella rete di pedofili di Epstein: ma non è tutto

L’elenco di centinaia di nomi è stato caricato attraverso un file sui loro social network sotto il nome “Il piccolo libro nero di Jeffrey Epstein”. Sono elencate tutte le persone che hanno partecipato alle feste organizzate da Jeffrey Epstein, o quelli che lo hanno aiutato a “selezionare” i bambini”.

Vale la pena ricordare che il caso di Jeffrey Epstein è stato uno dei più noti negli Stati Uniti. L’impatto, infatti, è stato così grande che Netflix ha deciso di rilasciare un documentario al riguardo. Lo scandalo infatti si è intensificato quando Epstein, dopo aver dimostrato la sua colpa, si è suicidato. Ad onore del vero alcuni affermano che sia stato ucciso a causa di tutte le informazioni che potevano essere rivelate. In questo senso lo scandalo Anonymous Campbell assume sempre più i toni di verità.

La minaccia diretta di Anonymous a Donald Trump

Anche se nomi come Ivanka e Ivana Trump compaiono nell’elenco, il gruppo di attivisti informatici ha lanciato una minaccia diretta al presidente dell’Unione americana: Donald Trump. Dichiarano infatti di avere a disposizione anche altri documenti su crimini organizzati da attribuire ai governi USA.

Anonymous ha anche hackerato la radio della polizia di Chicago per riprodurre “Fuck the Police” rilevando che se la polizia avesse continuato ad arrestare i manifestanti per la morte di George Floyd, invece di arrestare i veri criminali, continuerà a diffondere altri segreti.

Anonymous ci ha già abituato a questi proclami ed in questo caso dato che siamo amareggiati di quello che è stato fatto a George Floyd, gli diamo il bentornato.

Certo non potremo mai sapere se le dichiarazioni di Anonymous siano vere o false. Perché mai, infatti, aspettare solo questi momenti per diffondere notizie? Perché non le diffondono tutte e basta se fossero vere? Sappiamo che i modelli comunicativi sono cambiati e quindi non tutto segue una determinata logica. Soprattutto quando si parla di politica, uomini di affari, relazioni internazionali e show business.

bombagiu

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