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Banda musicale, suono d’Arte

Ho sempre amato la banda musicale, sarà che da bambina accorrevo al suo passaggio davanti casa e l’eco della sua musica lo sentivi arrivare da lontano. La banda è un messaggero di suoni e di allegria, sinonimo di giorni di festa. La gente lo sa, e spontaneamente la segue o si affaccia ai cancelli, ai portoni, alle finestre dei vicoli, oppure si ritrova nelle piazze colme di colori e bancarelle, dopo la processione al Santo patrono. Insomma, la banda è manifestazione di un rituale collettivo che da sempre offre ciò che in gergo viene denominato “servizio”: una prestazione musicale in favore della comunità. I servizi non religiosi sono quelli cosiddetti “civili” e cioè tutte quelle manifestazioni in cui la presenza della banda musicale contribuisce alla solennità della circostanza celebrata.

In questi casi la banda suonerà “in piedi”, dovendo eseguire degli inni ufficiali o marce militari.

Non dimentichiamo che in passato non esistevano mezzi informatici, né supporti tecnologici e quindi la musica aveva la prerogativa di essere dal vivo, o non essere affatto. Quindi la presenza di un complesso bandistico, soprattutto sinfonico, assumeva un’importanza estremamente rilevante per divulgare un repertorio che diversamente sarebbe rimasto sconosciuto a chi non aveva la possibilità di accedere nei teatri d’opera. In particolar modo nell’Italia meridionale operavano, e sono tuttora presenti, le cosiddette “bande da giro”, bande itineranti composte da numerosi elementi che si esibiscono in tournée nelle varie cittadine, proponendo principalmente brani lirico-sinfonici.

Il pubblico solitamente è eterogeneo, non pagante, spesso di passaggio, che si ferma ad ascoltare perché coinvolto emotivamente da quell’insieme di strumenti spesso in movimento che dispensano suoni da raggiungere con lo sguardo e con l’orecchio, senza chiedere nulla in cambio, se non un sorriso partecipe. Sì, perché la banda è partecipazione, ma non chiasso, la banda è ritmo, la banda è un procedere composto e ordinato come l’arte dei suoni che rappresenta. Ma il suo campo d’azione è molto più vasto e versatile di quello che possiamo vedere durante le semplici processioni: la banda può suonare anche da ferma, “in piedi”, come abbiamo già visto, o da “seduta” in occasione di un concerto, che potrà avvenire all’aperto, in piazza, durante la stagione estiva, o al chiuso, in teatro o in chiesa.

Tecnicamente, la banda è un insieme di fiati e percussioni, infatti a volte troviamo il termine “orchestra di fiati”, un modo nobile per definire lo stesso organico di fatto. Possiamo trovare varie tipologie di bande, principalmente le “militari” formate da professionisti assunti tramite concorsi (Aeronautica, Carabinieri, Polizia, ecc.)  e le “amatoriali” costituite in prevalenza da musicisti amatoriali, tra cui alcuni con formazione accademica. Quest’ultime sono molto presenti nella vita delle comunità cittadine accompagnando i momenti di rilievo della vita civile e religiosa della città. Spesso propongono al loro interno una scuola di musica gratuita aperta a tutti che favorisce l’educazione musicale dei giovanissimi (o di chi si voglia avvicinare al mondo musicale) e cura al contempo l’immissione di nuove leve, scuola nella quale troviamo insegnanti che suonano anche in banda.

Oggi le bande eseguono un repertorio molto vario comprendendo generi pop, jazz, o rock. Alcune bande innovative includono nei loro programmi da concerto brani tratti dalle colonne sonore dei film più famosi spaziando da Walt Disney al grande compositore Ennio Morricone.

Riassumendo, le bande sono un organismo variegato in continua mutazione i cui obiettivi primari sono essenzialmente due: l’impegno per un repertorio rinnovato e sempre al passo con i tempi, senza però rinunciare alla propria identità storico-culturale; la formazione musicale continua dei componenti, condizione indispensabile alla crescita di livello dei complessi bandistici.

Peccato che le istituzioni pubbliche il più delle volte non attribuiscano né alle associazioni bandistiche né alle varie scuole di musica nate al loro interno l’alto valore artistico e pedagogico che tali organismi meriterebbero.

In foto: la Banda Concertistica “A. Romagnoli” di Frosinone

Laura Sartori

Nasce a Roma nel 1965. Intraprende studi musicali e si diploma al Conservatorio. Sensibile alla ricerca musica-testo, cura la musica di scena della rappresentazione teatrale Carmilla di J.S. Le Fanu. Ama leggere e ama altrettanto scrivere. Nel 2013 pubblica per le edizioni EDUP "Lelle forever", un saggio colto e ironico sull'omosessualità femminile. Successivamente partecipa all'antologia di racconti “Il Decalogo. Dieci racconti per violare i Comandamenti di Dio” edita da “Il Foglio Letterario” (2014).

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