Camminando con il fantasma di Beatrice Cenci

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Camminando solitaria in sintonia con questo tempo slabbrato in una Roma sempre più piena di divieti e restrizioni una nuova storia mi traghetta in un tempo lontano.

Donne che hanno scritto la nostra storia, donne che hanno pagato caro il prezzo della libertà. Cosa facevi nel tempo di Covid ?

Io camminavo a spasso nel tempo e mi fermavo quando una targa, una lapide mi chiamava, quando un fantasma mi prendeva per mano.
Da oggi a Roma ci saranno limitazioni con la metro dalle 10 alle 20. Sono tentativi per scoraggiare le “uscite”. Crescono le zone rosse.
Vi racconto un fatto di cronaca, che ha ispirato pittori, scrittori, registi nel corso dei secoli. Siamo nel 1599. Ci sono migliaia di persone, ovvero un assembramento, nei pressi di Castel Sant’Angelo per assistere allo spettacolo della morte.
Nobiltà e popolo non perde lo spettacolo, in piazza anche il Caravaggio e Artemisia Gentileschi.

Va in onda la morte di Beatrice Cenci, una morte ingiusta, che urla ancora nella storia delle donne.

Fu seppellita all’età 22 anni in un loculo in SAN PIETRO IN MONTORIO. Condannata con i fratelli e la matrigna per aver ucciso il padre, un delitto premeditato per far terminare una serie di violenze.
Un processo intenso con colpi di scena, lo stesso pudore di Beatrice Cenci nel raccontare i fatti, le violenze subite portarono alla sua condanna.

Quella testa penzolante della nobildonna Beatrice Cenci entrò nelle simpatie del popolo romano, tanto che il suo fantasma ancora oggi appare nella Roma dei segreti.

Beatrice CenciCamminando in questo tempo slabbrato, senza sorrisi non poteva non venirmi incontro Beatrice Cenci. In questo tempo slabbrato le donne stanno pagando un prezzo molto alto. La chiusura dentro casa, qualora venisse ripristinato il lockdown, chiude la vittima e il suo carnefice. Ne sanno qualcosa la Cassetti con la Sevi che tengono aperta la loro associazione per le donne maltrattate. Ne sa qualcosa la Zirizzotti e la Sonia, un’avvocatessa da sempre accanto alle donne vittime di violenza.

Beatrice Cenci è entrata a testa alta nella storia delle donne. Sarà un caso se è venuta a passeggiare con me, mentre mi preparo per correre all’inaugurazione di due sculture a Frosinone, due artiste, due scultrici: Elena Sevi, zia della Sevi che con la Cassetti dà voce alle donne e Giusy Milone.
Due scultrici che raccontano le donne, due sculture di cui parleremo.