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Come gestire una squadra … soprattutto, mentale.

Come gestire una squadra? Gestire un gruppo, che sia aziendale, di studiosi, sportivo, non significa, solamente, esercitare, rispettivamente, le abilità gestionali, intellettuali, fisiche. Per ottenere il massimo delle potenzialità, dai rispettivi attori,  con l’unico intento, di conseguire, sempre e comunque,  il successo, è necessario introdurre ulteriori elementi.

Infatti, addestrare e motivare i protagonisti di una squadra, significa, anche e soprattutto, guidare le dinamiche relazionali ed emotive che si generano, inevitabilmente, in un gruppo di individui.

Si può raggiungere questo obiettivo, governando, con sapienza, atteggiamenti individualistici ed egoismi; favorendo la fiducia reciproca; incoraggiando lo spirito di sacrificio; tenendo sempre acceso il sacro fuoco della motivazione e della passione.

Comprendere l’umore di un team, in qualsiasi momento, è, quindi,  fondamentale.

Quando parlo di un gruppo coeso, mi riferisco a tutti i componenti. Questo comprende la relazione del personale dirigenziale con l’allenatore. Il rapporto di questi con gli atleti. Le dinamiche comunicative di coloro che scendono in campo e tutto quello che può incendiare o spegnere il fuoco dell’entusiasmo.

In tutto questo discorso, occupa un ruolo importante quello della guida. Passo in esame, in primis, il ruolo del coach.

E’ necessario, capire lo stato d’animo del proprio gruppo, in qualsiasi istante, dentro e fuori dal campo di battaglia. Una squadra con il morale, sotto i piedi ha bisogno di rafforzarlo. In una tale situazione, il compito del leader è quello di  comunicare, con ogni atleta, per escogitare nuove possibilità, su cui poter intervenire.  Passo, brevemente, in rassegna, alcuni principi fondamentale della leadership.

  1. A) Anche se il mio motto è, dubito di chi non dubita, in questo caso, vale la regola opposta. Non dubitare mai di se stesso. E’ inevitabile che qualche dubbio possa emergere, in qualche momento. Quando esso si manifesta, essere maestro, nel tenerlo per se. Ciò stimola, nella compagine, un profondo senso di fiducia e sicurezza. Nessuno crederebbe mai ad un dirigente che agisce con continui cambi di idee. Si mostrerebbe, infatti, insicuro, apparendo confuso il suo comportamento.
  2. B) Essere flessibili al cambiamento. L’unica cosa che non cambia mai, è il cambiamento. Modificare, quando necessario, tattiche e strategie. Come negli affari, allo stesso modo, nello sport, è altamente proficuo, verificare, sempre, nuove proposte.
  3. C) Ogni componente, di un gruppo di lavoro, cerca, di fare del suo meglio, per ottenere il massimo dei risultati. Questo perché, il raggiungimento di un obiettivo di squadra, oltre ad elevare il valore del team, innalza, allo stesso modo, la stima del singolo componente. Gratificare il raggiungimento di un micro obiettivo, con adeguate ricompense, rinforza l’autostima, per raggiungere il traguardo finale.

Come si può fare tutto questo? La risposta, come al solito, ci viene dalla scienza.

Ridere insieme fa bene. Le istituzioni scientifiche confermano un’idea intuitiva, estremamente importante: divertirsi cementa il rapporto tra le persone e lo fa durare più a lungo. A parlarne è uno studio dell’Università del Kansas, che sarà pubblicato sul prossimo numero della rivista Personal Relationships e di cui è stata data anticipazione.

Esso, nello specifico, fa riferimento al rapporto di coppia, ma per estensione, lo si può ampliare a tutti i gruppi, in quanto formati da molteplici coppie.

Gli individui che si svagano, facendo, insieme, cose coinvolgenti, emotivamente, hanno maggiori probabilità di andare lontano. Gli studiosi hanno analizzato 39 studi, con oltre 150.000 partecipanti, per determinare, quanto sia importante il buon umore in una relazione.

I paesi di lingua anglofona chiamano, questa fase di qualsiasi addestramento, Storming.

Con questo termine, si indica una fase di preparazione, in cui viene messa da parte la troppa cerebralità. Si favorisce, come indicato nello studio, l’attivazione emotiva. Infatti, vi è una importante partecipazione emozionale, resa possibile dal gioco fine a se stesso, dal divertimento puro e dal rilassamento. E’ Utile, a tal fine, attivare tali dinamiche, anche in momenti di incontro, al di fuori del teatro delle operazioni, di qualsiasi tipo.

Dott. Sicignano Antonio

Medico di Medicina Generale

Medico Psicoterapeuta

Specialista in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana

Esperto in Psicologia dello Sport

Presidente comitato Campania SPOPSAM

Membro Direttivo Nazionale SPOPSAM

Sicignano Antonio

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