Forse, un giorno,
il cielo sarà così plumbeo
da non accorgervi nemmeno
ch’una volta era azzurro.
Forse, un giorno,
la città avrà divorato tutto e
la vita sarà talmente grigia
da non accorgervi nemmeno
ch’una volta nascevan fiori,
ch’una volta fiorivan colori,
ch’una volta vi eran prati verdi
sui quali poter correre,
mentre, voi, magari, correrete solo
per prender un aereo e
volerete soltanto grazie ad esso:
una volta, si volava con la fantasia.
Forse, un giorno,
non v’accorgerete più nemmeno
della penosa morte degl’alberi d’Autunno e
della loro lenta rinascita in Primavera.
Vi sarà irrilevante la loro forza
di ricominciare ogni volta,
vi sarà irrilevante la loro voglia
di resistere ostinatamente.
Forse, un giorno,
non esisterà più neanche
l’amore, la fiducia,
la gentilezza, l’allegria.
Forse, un giorno,
non ci si parlerà nemmeno più,
non ci si scriveranno lettere,
né ci si sorriderà mai.
Ma, forse, un giorno,
si sarà talmente tristi,
talmente inerti,
da dover ricominciar a vivere.
Allora, forse, si taglieranno le nuvole
per sognare con le stelle e
s’ammazzeranno i palazzi
per galoppare sull’erba.
Si costruiranno ponti di sorrisi
per conoscer altri occhi e
si tenderanno mani
per abbracciar altri cuori.
Allora, forse, un giorno,
lotterete anche voi,
piangerete anche voi,
amerete anche voi.
Un giorno, forse,
vivrete anche voi.