Napoli e il Sud in generale, vantano tanti primati. Una lunga lista l’ho riportata qui. Poi venne l’Unità d’Italia, che sommata alla sciatteria della politica meridionale – più propensa a pensare alla conservazione dei propri privilegi e del proprio potere, anziché fare le cose utili per la cittadinanza – nonché all’ignoranza ancora radicata nelle periferie delle città, hanno fatto il resto. Il divario tra Nord e Sud è andato via via ampliandosi, vivendo momenti di regressione solo durante il Fascismo e il primo ventennio della Repubblica italiana (il cosiddetto boom economico).
Dagli anni ‘70 è andato di nuovo ampliandosi, con il terremoto degli anni ‘80 che ha dato il colpo di grazia decisivo al Mezzogiorno. Tanto, troppo da ricostruire, a fronte di una politica maneggiona e affarista. Che ha trovato nei cataclismi la propria opportunità di arricchimento in termini meramente economici e di potere.
A Napoli va ascritto un altro merito. Da qui è partita la scoperta del DNA. Acronimo col quale si indica l’acido desossiribonucleico o deossiribonucleico (in sigla DNA, dall’inglese DeoxyriboNucleic Acid; meno comunemente ADN, secondo la sigla italiana equivalente). Ossia un acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi
Il DNA scoperto a Napoli? Ecco come andarono i fatti.
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