Il Kurdistan è una nazione, le cui tracce si trovano in tempi antichissimi, a sud del grande Lago di Van.
In una antichità assai remota, esistevano imperi oggi scomparsi, tra cui l‘Impero Armeno e l‘Impero dei Parti, e tra questi due Imperi si trovava Corduene, il mitico approdo di Noè e delle figure analoghe a Noè in altre religioni, posto che già per lo storico Flavio Giuseppe (37 – 100 d. C.) il diluvio universale non era una leggenda.
Il termine “nazione “indica un ampio gruppo di persone che hanno in comune tra di loro la lingue, le origini, la storia, le usanze, le tradizioni e che soprattutto sono consapevoli di tali caratteristiche comuni. Mentre uno“Stato“ (o Stato Sovrano) è un qualcosa che consiste in un territorio con confini ben chiari, in cui un popolo riesce attraverso un sistema di governo a far rispettare le proprie leggi che devono essere comuni a tutto il territorio, e siccome ogni legge è fatta di norme (ossia i singoli comandamenti che si possono isolare da ogni legge) si può facilmente trovare la norma fondamentale da cui tutte le leggi di uno stato pretendono di avere forza e potere (la famosa “basic norm“, o “Grundnorm“, o norma fondamentale, concetto chiarito dal giurista cecoslovacco di famiglia ebraica Hans Kelsen, nato nel 1881 e vissuto fino al 1973, carriera conclusa all‘Università di Berkeley in California).
Dopo questa rinfrescata di Filosofia del Diritto, possiamo concludere che il Kurdistan è una nazione, e non uno Stato Sovrano. Tuttavia i Curdi la pensano diversamente. La nazione del Kurdistan è fortemente radicata nella identità e negli ideali curdi, e si estende in astratto ed ipoteticamente in una vasta zona (almeno 190.000 chilometri quadrati e fino a 230.000) che comprende frammenti e spezzoni di Turchia, Siria, Irak, Iran, Armenia, Georgia, Azerbaigian etc. etc. Si tratta di governi civili e qualificati che non hanno tuttavia lunghe e radicate tradizioni di democrazia ed autodeterminazione dei popoli. La tendenza generalizzata di tutti questi governi consiste semplicemente e da lunga data nel reprimere con maggiore o minore violenza ogni tentativo pacifico, insurrezionale o militare di ottenere il riconoscimento di uno stato curdo (in proposito, nel 1920 il trattato di Sevres era sembrato la grande occasione dei curdi, ma esso non venne mai realizzato).
Se noi identifichiamo le origini del Kurdistan nella mitica Corduene o Gorduene, già menzionata dallo storico e geografo romano Strabone (i suoi abitanti, che prendevano il nome dai Monti gordiani, erano a loro volta discendenti dai Carduchi ed altre antiche popolazioni), vediamo con una crescente inquietudine che le vicende romane sono cambiate ben poco dai tempi degli antichi Romani, tanto che già gli storici greco-romani riportavano che i curdi erano guerrieri indomiti abituati a fronteggiare potenti armate anche senza validi armamenti (Senofonte), ed erano abili artigiani e capomastri, ed il loro essere temuti soldati mercenari era valorizzato dall‘abilità nel costruire strumenti bellici (Strabone) e forgiare armi: nelle loro terre, fertili e piene di bestiame, sgorgava il bitume ….
Fedeli alleati dell‘Impero Romano sin dal I secolo dopo Cristo, i curdi si distinguevano per la loro lealtà e pertinacia, tanto che George Rawlinson (“La Settima Monarchia“, riferimenti rinvenibili nella voce di Wikipedia “GORDIENE“) riporta che un contingente di arcieri curdi si fece massacrare fino all‘ultimo soldato durante l‘assedio e la caduta della importante e fortificata città di Bezabde (o Pinaca o Phaenicha) resistendo ad oltranza ai nemici di Roma.
Nel mese di gennaio 2018 le armate turche sono penetrate in forze in Siria, come viene riportato dall‘Agenzia AGI nel suo sito web (articolo di Brahim Maarad del 24 gennaio 2018, “Prosegue l‘avanzata turca contro i curdi siriani. E i morti sono già oltre 100”, sul sito di agi.it/estero/siria_turchia_afrin-3402994/news/2018-01-24) ,e nessuno degli alleati tradizionali dei curdi ritiene di dover prendere iniziative, forse anche in ragione di evidenti e generalizzati interessi petroliferi nelle regioni occupate dai curdi.
Ricordiamo anche che attualmente esistono varie bandiere del Kurdistan, ognuna corrispondente ai diversi territori che i curdi hanno occupato durante questi ultimi turbolenti anni di guerra nel Medio Oriente, e le bandiere del Kurdistan Siriano e del Kurdistan Irakeno corrispondono ai più vasti territori occupati dai curdi. Attualmente, dopo il recente referendum, Erbil è la capital del Kurdistan Iracheno. Sulle controverse vicende del Kurdistan Iracheno si rimanda il lettore al circostanziato articolo del 30 ottobre 2017 di Roberto Bongiorni su Il Sole 24 ore (“Barzani si dimette, Kurdistan iracheno nel caos“, su ilsole24ore.com/art/mondo/2017-10-30/barzani-si-dimette-kurdistan-iracheno-caos—111756.sthml, in cui si parla di Masoud Barzani).
Una buona risposta sarebbe: “Lettore, se vuoi puoi andare a consultare le voci KURD e KURDISTAN nella Enciclopedia britannica (britannica.com/topic/Kurd, che contiene interessanti riferimenti storici e spiega chi era Mustafa al-Barzani, e britannica.com/place/Kurdistan con importanti e concisi riferimenti storici alla originaria natura nomade dei curdi) oppure vedere la voce “Kurdistan“ di Wikipedia, oppure vedere gli articoli consigliati alla fine di questo articolo. Per una cartina del Kurdistan Iracheno e del Kurdistan Siriano nel 2015 si può consultare il sito it.wikipedia.org/wiki/File:Syrian,_Iraqi,_and_Lebanese_insurgencies.png.
Tuttavia, una buona carta geografica con le varie etnie riportate con colori diversi può essere trovata sul sito web di Limes (limesonline.com/la-turchia-apre-alla-lingua-curda/55177; in questo articolo viene, tra l‘altro, illustrata l‘importanza di alcune riforme del 2013 portate avanti dal governo Erdogan, tra cui la possibilità di insegnare lingua e cultura curde nelle scuole private), e tale carta mostra in arancione le zone curde all‘interno della Turchia, e la zona più vasta si trova a sud-est ed intorno al lago Van.
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