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Lo squadrone al lavoro …

SQUADRONE AL LAVORO.

“Marisa il 9 è il mio compleanno, posso festeggiare con voi?

Ogni anno lo faccio con i compagni di classe ora, vorrei farlo con voi”.

“Certamente Marta” rispondo prontamente.

Che grande soddisfazione, Marta è il risultato positivo dell’integrazione che tanto abbiamo desiderato noi genitori dell’Associazione dei ragazzi con disabilità con i “normo”.

Per noi è un risultato strabiliante, quasi mi commuovo per questo desiderio di Marta.

Posso camuffare i miei sentimenti, mentre osservo il voluminoso pacco portato in laboratorio da Iaia che contiene le varie stoffe che servono per essere trasformate in animaletti, in fiori, in cuori, in casette…ecc.

Accarezzo i rotoloni di stoffa colorati, ci sono tutte le varianti dell’arcobaleno ma, si va oltre, molto oltre con i colori. Nei nostri laboratori che vengono frequentati da una quindicina di ragazzi con disabilità iscritti, stiamo svolgendo un lavoro di alta integrazione e di vero impegno lavorativo e di divertimento.

Le mani sapienti di Iaia lavorano con le fustelle per ritagliare le stoffe.

Grandi attività riempiono i tavolini di stoffe, di colle, di brillantini, fermagli, forbici, taglierine ecc. ecc.

I ragazzi sollecitano Iaia per aver quell’oggetto che servirà a completare la loro creazione.. a chiedere: chi le lettere dell’alfabeto, chi un gufo, chi un cagnolino, chi le ali per completare il volo delle farfalle.

Le assistenti dei ragazzi usano le pistole della colla a caldo per assemblare i vari pezzi. Assolutamente i nostri ragazzi non devono toccare le pistole perché potrebbero ustionarsi. Loro ci ascoltano e sul rispetto delle regole non transigiamo.

Ecco che gli scatoloni rigidi si riempiono dei loro lavori, mentre sorridono soddisfatti.

Da noi non si svolgono solo i laboratori d’arte ma laboratori diversificati.

La cosa in assoluto che piace tanto ai ragazzi sono i laboratori di cucina. Bisogna ammettere che quando hanno preparato le pizze, i muffin, le crostate al cioccolato e alla marmellata, la loro grande gioia è quella di portare il pacchettino avvolto con la stagnola a casa e mostrarlo ai loro familiari. Logicamente dopo aver mangiato la loro parte di creazione.

Siamo un bellissima squadra, anche la settimana prossima si festeggerà un compleanno.

I regali che facciamo ai ragazzi in occasione dei compleanni, vengono creati da loro stessi nei nostri laboratori dove inoltre si canta, si scherza e si ride.

Abbiamo dei grossi limiti come Associazione, non avendo locali nostri, dobbiamo accontentarci di ciò che ci viene offerto.

Abbiamo a disposizione cinque ore a settimana e cerchiamo di impiegarle al meglio proponendo ai nostri ragazzi dei laboratori dove possono far sbizzarrire la fantasia, con l’aiuto delle educatrici che li guidano sia con la motricità fine, sia per quanto riguarda tutto il resto.

Questo è il nostro volontariato con i ragazzi e per i ragazzi.

L’età dei partecipanti ai nostri laboratori vanno dai dieci sino ad arrivare a cinquantasei anni. Hanno delle disabilità abbastanza importanti, sia fisiche che cognitive. Abbiamo la fortuna di essere aiutati dai bimbi “normo” dell’oratorio (Marta ne è un esempio) che terminata la lezione del catechismo si avvicinano nel nostro salone e danno una mano ai nostri ragazzi. Ecco che nasce l’integrazione. Non percepiscono la differenza di età, hanno solo voglia di aiutarli, porgendo loro gli attrezzi per esempio a chi è in sedia a rotelle, a chi non può allungare le braccia nei tavoli per prendere gli oggetti per lavorare.

Una squadra fortissima che lavora al grido di guerra. “Tutti per uno, uno per tutti!”

Volontariato vuol dire mettersi in gioco dando tutto ciò che si può offrire per aiutare i nostri ragazzi più deboli, facendoli sentire importanti.

Volontariato vuol dire avere la pazienza di aspettare i loro tempi, quando ancora non ci conoscono e sgusciano via dai locali perché non capiscono quello che vogliamo proporgli. Poi li vediamo arrivare timidamente a chiederci e farci capire se possono partecipare a quella attività dalla quale prima sono scappati frettolosamente.

Volontariato vuol dire essere gratificati per il nostro “lavoro” con un sorriso.

Volontariato vuol dire amare tanto i più deboli da non percepire la stanchezza che viene compensata dalla soddisfazione del loro coinvolgimento.

Vogliamo continuare così…. perché piace a: Martina, Francesca,  Cecilia, Paoletta, Cristina, Elisa, Silvia, Ameliè, Audrey, ecc. ecc.

Marinella Melis

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