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PAESE

Voleva vedere meglio, voleva capire.

“Di dove sei?” Chiese uno alla fermata dell’autobus.

“Sono di qui!” Rispose lui.

“Non ti ho mai visto!”

“Sono nato qui è da tanto che ci abito!”

“Va bè ciao! Piacere di averti conosciuto”

Continuò a passeggiare di gente ce n’era, chi passeggiava con lo smartphone in mano parlando continuamente, chi portava a spasso dei bambini, ragazzini scherzavano fra di loro.

C’era un traffico d’automobili enorme, belle macchine nuove molto grandi.

La piccola città era diventata grande pensò, c’era un sacco di gente!

Meglio disse con ironia, ci saranno più cose da fare.

In realtà non conosceva quasi più nessuno in quel piccolo centro.

La città era cresciuta è vero, ma a lui gli ne veniva poi poco, anzi l’aumento dei prezzi l’aveva impoverito.
Forse era un occasione per qualcun altro stare lì.

Erano diventati tutti i padroni di quel posto ma forse erano lì da un giorno.
Pensò a dei colonizzatori vedeva questa gente come molto arrogante.
A lui non era dato di sapere!

Sicuramente quelli che erano considerati i più intelligenti del paese conoscevano la situazione e la sfruttavano a loro vantaggio.

Ma erano poi così intelligenti?

Volevano sostituire l’intera popolazione del posto con gente più ricca? E loro rimanere alle redini dei palazzi?

Difficile da pensare? Ma questa classe aveva pensato sempre per opportunità economiche non era in realtà tanto lungimirante. Soldi subito un ragionamento lineare! Più gente, più soldi. Ma per chi? Sicuramente non per lui visto che non aveva un centesimo e in più era solo in mezzo a tutta quella “gente”.

Incontrò un poveraccio.

“Ciao,che fai in giro?” disse l’uomo.

“Niente davo un occhiata,intanto passeggio un po’ che mi fa bene!”

“Sei di qui?.” Chiese il ragazzo.

“No ma sono un senzattetto giro un po’ per i paesi”

“Ah mi dispiace!”

“Mah a me no, mi piace girare giro così”

“Ah ho capito! Allora buona fortuna!”

“C’hai qualche spiccio?”

“No>

“Va bè ciao”

Continuò a passeggiare. Fece qualche metro poi ripensò agli impegni domestici e tornò a casa.

In casa doveva fare tantissime cose, i suoi genitori avevano problemi di salute ed erano nati anche dei bambini non da lui ma dalle sue sorelle. Era un impegno continuo non remunerato.
In più molte delle persone che vivevano in casa erano un po’ arriviste quindi tralasciano molti aspetti della vita domestica delegando spesso i suoi genitori nella cura dei figli e i genitori delegando lui per le commissioni quotidiane.

Non era una bella prospettiva fuori casa solo, dentro casa sempre impegnato. E poi non era neanche molto amato in realtà visto che aveva un carattere un pò deciso.

Che fare? Barcamenarsi! Ma a lungo andare la stanchezza si fa sentire.

Gli era rimasta solo la speranza che le cose potessero andare meglio.

Ma il futuro era oscuro e lui lo sapeva.

Daniele Foglini

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