Quando si desideravano le paste. I mitici anni sessanta

192

Quando si desideravano le paste – Anni ’60.

In quegli anni le paste…erano un lusso nelle nostre case.
Miei fratelli avevano l’incarico di comprarle la domenica per l’ora di pranzo.
Andavano in Lambretta e mancavamo tutta la mattina, perchè stavano in fila nella pasticceria di Mariuccia a Pirri.
Ore di fila.
Poi rientravano a casa.
Savino faceva di tutto per farcele schifare, così le avrebbe mangiate tutte lui.
Cominciava a raccontare balle su come le preparavano in pasticceria. Ci aveva raccontato che un giorno era riuscito ad entrare dove lavoravano e non era stato un bello spettacolo.
Peccato….perché lui nonostante avesse visto che lavoravano non proprio nell’igiene era quello che non ne mollava una.

Ormai….CONOSCEVO miei fratelli….

Balle a nastro pur di riuscire nel loro scopo.
Sempre Savino era lo scassinatore delle serrature.
Il Generale d’Armata (mia mamma) aveva l’abitudine di aver conservati per gli ospiti che arrivavano a casa nostra, dei cioccolatini buonissimi. Questi stavano nascosti dentro la camera “buona” chiusa a doppia mandata di serratura. Non capivo e non capivamo, tutti noi fratelli perchè persone che non conoscevamo per niente dovessero venire a casa nostra e mangiarsi i NOSTRI cioccolatini…..
Mentre noi stavamo seduti in silenzio davanti a queste persone, quando il Generale ci invitava a mangiare il prelibato cioccolato dovevano rispondere:”No, grazie, non ne voglio!”
Ma….quale “non ne voglio”…LI VOLEVAMO ….altrochè.
Dunque spesso e volentieri si trasgrediva agli ordini di caserma e si rispondeva affermativamente alla domanda del Generale. Velocemente si ingurgitava il prelibato cioccolato.

CHE DIAMINE!!!

Quando il Generale era impegnata in trasferta da mia nonna, il nostro scassinatore apriva e chiudeva la cassaforte del cioccolato e dividevamo in parti uguali…sino a quando il Generale ci cuccò.

Oi….oi…oi….

Quando frequentavo la quinta elementare, alla scuola Ausonia ricordo che all’ora di ricreazione a scuola portavano un grande contenitore di legno con le paste. Il Generale mi dava i soldi ed io compravo sempre il pescone perché mi sembrava di mangiarne due di paste. Ero proprio convinta. Due parte unite da uno strato di crema…che bontà.

Erano altri tempi, ora queste cose non esistono più…, le paste vanno e vengono e, quando ricordo questi episodi, veramente mi sembra di vivere in un’altra dimensione.
Sembra che queste cose siano successe ad un’altra persona.