No sex, please, We’re teachers. Il revenge porn nell’età antica

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Si sa che la gente dà buoni consigli

sentendosi come Gesù nel tempio,

si sa che la gente dà buoni consigli

se non può più dare il cattivo esempio”

da “Bocca di rosa”

di Fabrizio De Andrè

NO SEX,

PLEASE,

WE’RE TEACHERS

-IL REVENGE PORN NELL’ETÀ ANTICA-

by laribellula

Nell’Età Antica si svolse una singolare vicenda che, considerati i tempi moderni, ci risulta faticoso credere, eppure, è realmente accaduta.

In un villaggio dell’Alta Italia, un ragazzo e una ragazza formano una giovane coppia innamorata, stanno insieme e si vogliono bene. Poi la storia finisce e il ragazzo compie un gesto che a quell’epoca veniva chiamato: “revenge porn”. Il revenge porn è una vendetta che spesso un ex amante compie nei confronti della donna con cui, precedentemente, aveva una relazione (di qualsiasi tipo) e diffonde, a sua insaputa, video e foto intimi che la riguardano.

Una vera e propria umiliazione, l’esposizione alla gogna, un sussurro all’orecchio del tribunale dell’inquisizione. Un gesto “ignobile”, “vile”, “pusillanime”, direbbe oggi qualsiasi persona emancipata e figlia del nostro tempo, così moderno; nell’Età Antica però questo tipo di atteggiamento non era consentito. “Assurdo!” direte voi, eppure in quell’epoca il revenge porn condannava al rogo non chi diffondeva le foto, i video della ex amata, ma l’amata stessa!

L’angelo del focolare, si trasformava ben presto in strega e il popolo gridava: “al rogo! Al rogo!”.

Anche se stentate a crederci, all’epoca, era proprio così.

Ma questo per fortuna, accadeva centinaia di anni fa quando c’era la convinzione che la terra fosse piatta, che lavarsi le mani non era necessario perché i germi non esistevano, in fondo, chi li aveva mai visti? Quando si credeva che la fine del mondo sarebbe stata presto vicina, di conseguenza bisognava raggiungere (ad ogni costo, anche il più salato del proprio misero salario) la purezza; bisognava dunque dimenticare i piaceri della vita e rinunciare ad ogni tipo di tentazione.

Erano molti i sostenitori della ricerca della purezza, Origene di Alessandria, un noto filosofo e teologo del tempo, lo sapeva molto bene e pronto a dimostrare la sua fedeltà alla dottrina, mosso d’ardore, impavido si evirò.

Aveva eliminato il problema alla radice, una sorta di epilazione definitiva, diremmo noi oggi nel 2020.

La notizia che ci arriva dall’Età Antica però ha dell’incredibile perché la protagonista del video non solo è una donna, ergo una strega da condannare ma è, niente poco di meno che una di quelle donne che aveva la vocazione spirituale per un lavoro donnesco: era una maestra.

All’epoca una notizia così originale non ebbe bisogno di alcun giornale e come una freccia dall’arco scocca, volò veloce di bocca in bocca, sicché il goliardico gesto, dimostrazione di coraggio e di una virilità più suina che maschia, incuriosì una comare del paesino che riconobbe nei filmati, le parvenze della maestra di suo figlio. “Assurdo”, sì lo so che lo state pensando, ma non è ancora finita.

Insomma: la maestra di suo figlio fa…. quella cosa là!

Sicché avverte l’ordine costituito che con i pennacchi, con i pennacchi, non obbligano, per carità, ma costringono gentilmente la ragazza a dimettersi dal suo incarico.

Fu così che nell’Età Antica avvenne l’incredibile scoperta: le maestre fanno sesso.

All’epoca le umiliazioni erano di vario tipo: diffamazione, mobbing, omertà, allontanamento, no contact, malignità, oltraggi e offese di vario tipo. Oggi possiamo tirare un sospiro di sollievo. Per fortuna questo episodio è avvenuto in un’epoca così lontana dalla nostra dove non si ha più paura delle streghe ma si ha più paura dei boia che preparano il rogo, non si ha più il timore di scambiarsi foto e video osé col proprio partner e dove non esistono più comari di un paesino che usano una chat per avvelenare e distruggere la vita di una persona.

Per fortuna siamo nel 2020 ma possiamo davvero stare tranquille?

Considerato un retaggio storico di tale portata, la strada verso il rispetto appare ancora ardua.

Solo qualche anno fa durante la mia prima lezione all’università, facoltà di scienze della formazione primaria, la Preside di facoltà ci accolse con: – Come deve essere una maestra?- E con questa domanda non intendeva solo sapere da noi, novelline, le peculiarità della maestra, come ad esempio: “l’autorevolezza” oppure: “la pazienza” (come se la maestra dovesse consapevolmente sopportare un fardello che ella stessa ha scelto come professione! Se così fosse la scelta si rivelerebbe davvero molto poco furba e intelligente) ma intendeva dire proprio: – Deve essere ordinata? Può mettere la gonna o meglio un paio di blue jeans? Una maestra può indossare i tacchi a scuola? Può truccarsi o mettere lo smalto sulle unghie?

Quale immagine di sé deve proiettare sui suoi studenti?

Trovai la domanda un po’ ridicola, ma d’altronde ero una novellina, mi adeguai alla situazione ma la mia natura anticonformista me lo impedì, scossa da una scheggia proveniente da un rogo molto, molto lontano, alzai la mano, impugnai il microfono e la provocai, di proposito. Condivisi il mio pensiero ricordando la figura di Albert Einstein che ad esempio, dissi, non mi dava l’idea di una persona rigida o propriamente ordinata, ma lei fissandomi solo con la coda dell’occhio, ripreso il microfono e allontanandosi da me, sibillina ricordò a tutte quelle ragazze presenti in aula che come me, avevano scelto di essere delle maestre:

– Nel nostro lavoro, (cara la mia anticonformista), l’abito FA MOLTO il monaco -.

E aveva ragione.

Aveva ragione perché i tempi moderni in cui si condanneranno finalmente i carnefici anziché le vittime, i tempi moderni in cui si condannerà chi abusa dell’amore, della fiducia del partner anziché chi subisce l’abuso, sono molto, molto lontani. Prima di essere una maestra sono una donna e non faccio questo lavoro perché è una naturale vocazione femminile o perché voglio guadagnarmi un posto in Paradiso, non mi esporrò davanti a un tribunale dell’inquisizione e soprattutto non indosserò mai una mordacchia. Il silenzio è complicità. La condanna della maestra, l’atteggiamento nei suoi confronti, il trattamento riservatole dalle colleghe e della dirigente della scuola, non parla tanto della ragazza in sé, ma parla tanto delle nostre coscienze. Sono pulite? Chiedo per una collega, chiedo per un’amica.

Mi auguro che un giorno, non troppo lontano questo genere di furto d’amore venga punito, dall’ordine costituito.

L’Età Antica è finita, ma l’Antica Età dell’odium humani generis finirà solo quando inizieremo noi.

La Ribellula