Van Gogh e Leopardi. Cosa hanno in comune il pittore olandese Vincent Gogh e il marchigiano poeta Giacomo Leopardi? Il fatto che abbiano avuto lo stesso destino. Ho amato prima Leopardi, dai tempi delle scuole medie. Tanto che all’esame di terza portai la spiegazione della sua poesia che più preferisco: Il sabato del villaggio.
Dunque, un modo per dire che la felicità in realtà non esiste, essendo solo nell’attesa di qualcosa che poi passerà. Leopardi aveva vissuto una infanzia e adolescenza difficile, sofferta. In un borgo chiuso e troppo piccolo per la sua brama di vivere.
Van Gogh invece ho iniziato ad amarlo da tardo ventenne, quando mi sono reso conto della sua arte istintiva, sofferta, senza filtri accademici. Non amava né si vedeva in alcun genere artistico. Neanche in quello degli impressionisti, dove poi è stato relegato da morto.
Vincent Van Gogh soffriva di una forma di schizofrenia, dovuta forse ad una infanzia difficile, visto che i genitori lo trascuravano, ancora traumatizzati per la morte del primo figlio. Ma per altri dovuta ai colori che usava, visto che Van Gogh viveva in simbiosi con loro, in una casa disordinata e sporca. Van Gogh finì per suicidarsi, sebbene un bel film animato, Loving Vincent, getti le basi su un possibile omicidio.
Ma questi due grandi artisti hanno anche qualcosa in comune. Scopri di più su Vincent Van Gogh e Leopardi.
Una vita difficile
Van Gogh e leopardi ebbero una vita complicata. In che senso? Furono snobbati e derisi per la loro arte.
Sfruttati per il merchandising.
Entrambi sono utilizzati oggi senza pudore per fare profitti tramite un volgare merchandising. Cappelli, magliette, tazze… chi più ne ha più ne metta. Una tristezza questa tendenza a sfruttare la fama per fare soldi. Basta digitare Van Gogh su internet o andare a visitare la casa di Leopardi e subito rimarrete allibiti per la quantità di oggetti in commercio. Quale novità direte voi? La stessa fine è toccata infatti a molti. Che Guevara, ad esempio …