Perché le banche centrali acquistano oro? Effettivamente le banche centrali mondiali hanno fatto man bassa di oro. Una corsa che ha portato il livello di acquisti ai massimi da Cinquanta anni. Lo ha evidenziato il World Gold Council, ovvero l’associazione industriale delle principali aziende minerarie aurifere, con sede nel Regno Unito.
Analizzando la domanda, viene evidenziato un aumento del 4% a 4.345,1 tonnellate. Tuttavia i prezzi dell’oro non hanno registrato grandi movimenti per buona parte del 2018, fin quando non sono cominciati a emergere i timori legati ad una hard Brexit, alla caduta del mercato azionario e alle aspettative di una politica monetaria del Federal Reserve molto più cauta del previsto.
Da quel momento in poi la tendenza è stata pressoché costantemente in aumento, con formazione di pattern harami bullish; tendenza che è proseguita nel corso del primo mese dell’anno, con i prezzi saliti ai massimi da maggio. Va detto che il quadro non è tutto rose e fiori. Il rallentamento dell’economia globale, se da un lato alimenta la corsa ai beni rifugio, dall’alto riduce la richiesta di gioielli, e in definitiva di oro (e simili). Gli acquisti sono diminuiti nel quarto trimestre e probabilmente si troveranno ad affrontare ulteriori trend negativi, ma le banche centrali comprano (specie Russia e Kazakistan).
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