Il pianeta delle ligri

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Questa incredibile storia si svolge nell’anno 8076, quando il pianeta Terra è molto diverso da come lo conosciamo oggi: la razza umana è ormai estinta e le ligri sono la forma di vita più evoluta. Esse sono state create in laboratorio, dalla fusione di leoni e tigri. Sono animali non più replicabili, vista la distruzione delle password iniziali dei procedimenti mistico-generativi che le hanno originate. Questi primitivi felini erano stati utilizzati in barbari spettacoli circensi o, peggio ancora, imprigionati contro la loro natura in gabbie, all’interno di orrende strutture parabitative chiamate Giardini zoologici, che di fatto erano delle carceri, irrispettose dei più elementari diritti dei detenuti, roba da Notte dell’universo.

Leoni e tigri erano talmente involuti e grossolani che non sapevano nemmeno parlare ed erano aggressivi perfino coi loro simili, in una primitiva ed insensata concorrenza nella sfida per procacciarsi il cibo che non faceva certo onore a queste misere creature.

Erano infatti costretti a procurarsi nutrimento ogni antico giorno terrestre con le loro solo forze, che a dire il vero non erano poche, ma comunque limitate temporalmente, senza poter contare sui frequenti ricarichi energetici assicurati dai buchi neri, che si sono formati nell’universo tra i metapiani paralleli trigemellari della Decima Galassia, implosa dopo le 70 guerre interplanetarie, combattute nell’anno 5671, per conquistare le sorgenti di energia dei cinque Soli azzurri di Miryel G, sottocometa del pianeta Senza nome.

Le ligri tuttavia non hanno molta capacità di resistenza lavorativa. Infatti ogni mille trimensili sono costrette a sdraiarsi su un giaciglio di uranio decontaminato per riposare, chiudendo gli occhi, rallentando i battiti del cuore per almeno 20 megamillondi e scivolando in una sorta di letargo, che ha l’effetto di ritemprarli e ringiovanirli sistematicamente, rendendoli così più resistenti alla fatica per i molteplici compiti che gli sono riservati su un pianeta che, ponendosi come obiettivo l’iperproduttività, ha sempre bisogno di forza lavoro. Fino alla morte. Fino alla nascita della prossima ligre, nell’eterno ritorno dell’eterna ruota del Samsara. Perché ciò che muore rinasce.