La pianta di Maurizio

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Carla, blocco notes, cammina in una Roma, quasi deserta, un sentimento duplice, la Roma post lockdown, una Roma, che ancora non ha ripreso il suo volto.

La Roma di un tempo slabbrato.

Lei è sempre su quell’altalena, quell’altalena che non sai come scendere. A Roma per mantenere le distanze, per non prendere i mezzi pubblici si stanno diffondendo i monopattini, lei invece ha preso un tandem. Il tandem da soli è faticoso, avrebbe dovuto prendere un monopattino. Sul tandem da sola, non passa inosservata. Da un balcone la chiama Maurizio. Carla guarda in alto, vede la pianta ed un uomo.

L’uomo la chiama per nome, l’ha riconosciuta, lui legge i suoi racconti e le chiede:

“Ma Carla che fine fa?”

Carla gli sorride:

“Io pensavo di avere solo lettrici. Solo le donne finora mi scrivono per dirmi che si sono riconosciute in qualcosa. Che sembrava che Carla avesse rubato la storia, le parole. Sai in genere solo con un uomo parlo dei miei racconti, un attore romano, che mi presta la voce…”

Dal balcone Maurizio:

”Come non sai che fine fa Carla? Una scrittrice deve sapere il finale, io non mi darò pace ormai sono sulle tracce di Carla“.

Un altro sorriso strappato:

“Sei simpatico”.

Maurizio la osserva dall’alto in basso:

“Per niente, sono orso, scontroso e taciturno. Anche la pianta me lo dice spesso…Te pensa se ne è accorta anche lei. Comunque la mia vita è cambiata da quando ci sta lei”.

Carla esclama solo:

“Una pianta”.

Maurizio accende un sigaro:

”Già sempre una novella di Pirandello. Da quando ci sta lei, anche la mia bacheca di Facebook ha il suo fascino. L’ho comprata alla Conad, ho pubblicato la foto della mia compagna ideale, ho considerato che in casa bisogna essere in due, ma uno dei due deve stare in silenzio”.

Carla risponde:

“la pianta di Maurizio sarà il mio prossimo racconto, è una pianta sofferente, guardala ha delle foglie gialle. La finiscono tutte le parole non dette, quelle di questo silenzio ostinato, ma come sei finito tra i miei lettori?”

Un silenzio assordante poi:

“La Ragni condivide cose interessanti”.

Carla prosegue con il suo tandem, poi si ferma e comincia a scrivere…in una Roma surreale ho incontrato Maurizio, un infermiere, è tra i fondatori di quei partitini della scissione dell’atomo, è un orso, un gufo. Non è un caso che mi abbia fermato per affidarmi la storia della pianta. Io sono la scrittrice del male di vivere e mi è venuta incontro Lisabetta da Messina, che nel vaso aveva seppellito la testa dell’amato ucciso dai fratelli. La pianta di Maurizio, mi ha parlato, mi ha detto che vorrebbe uscire dal vaso e di cercare tra le mie lettrici la donna.

Io sono quella delle possibilità e voglio aiutare pure Maurizio, che salutandomi ha detto che lui a Roma fa tante cose e vede piante.