O Tosco che per la città del foco

Un Dante alquanto nervoso risponde in tal modo al maestro

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O Tosco che per la città del focoO Tosco che per la città del foco.

“Virgilio, non ti rivelo il mio pensiero, tranne che per parlare poco, ma sei tu che mi hai messo in questa situazione”.

Un Dante alquanto nervoso risponde in tal modo al maestro, il quale poco prima gli ha rimproverato, davanti agli avelli degli epicurei, di non manifestargli il desiderio che il poeta ha: quello di vedere Farinata degli Uberti, che egli sa, da Ciacco il goloso, trovarsi in quel cerchio.

Decimo canto dell’Inferno, dalle parti dell’inizio, quando una voce apparentemente giuliva lacera il silenzio: “O Tosco che per la città del foco cammini ancora vivo esprimendo il tuo pensiero in un modo così nobile, ti sia gradito fermarti qui. Il tuo accento rivela che sei nato a Firenze, alla quale forse arrecai troppo danno”.

“Valente guida, non ti nascondo il mio desiderio se non per parlare poco, e tu mi hai indotto a ciò non una volta sola”.

Un Dante alquanto nervoso risponde così a Virgilio, il quale poco prima lo ha rimproverato, davanti agli avelli degli eretici, nel sesto cerchio dell’Inferno, di non manifestargli il desiderio che il poeta ha: quello di vedere Farinata degli Uberti.

Parte iniziale del 10^ canto dell’Inferno, dove una voce apparentemente giuliva viene fuori da un avello: “O Toscano che te ne vai ancora vivo attraverso il sesto cerchio parlando così onestamente, voglia tu soffermarti in questo luogo. Il tuo accento ti palesa originario di Firenze, alla quale fui troppo gravoso”.

“All’improvviso questo parlare venne fuori da una delle arche; perciò mi avvicinai, temendo, un poco più a Virgilio”, precisa il poeta. Per la qual cosa, viene subito rimbrottato dal maestro in tal modo: “Rivolgiti a lui! Che cosa fai? Vedi che là si è rizzato Farinata: lo vedrai interamente dalla cintola in su”.

“Io avevo già fissato intensamente il mio sguardo nel suo; ed egli si drizzava sulla persona col petto e con la fronte come se avesse per l’Inferno una grande disprezzo”, continua Dante, come a voler rimarcare che l’avvertimento del maestro gli appare superfluo.

Virgilio, tuttavia, lo sospinge con sollecita premura tra le arche fino al dannato, raccomandando al suo pupillo di essere all’altezza di quel dialogo che di lì poco, egli sa, si svilupperà tra i due.

E quando Dante perviene, spostandosi di poco, davanti all’avello di Farinata degli Uberti,  si sente chiedere da lui in modo spocchioso: “Chi furono i tuoi antenati?”.


O Tosco che per la città del foco

Prosegue su dantepertutti.com del 20.12.2017