Pirrus Tarent (Capitolo estratto da “La vera storia di Locorotondo” del quale sono l’autore)

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 Dovevo ritornare dove tutto era iniziato: nella Chiesa della Greca. Aspettai che la Chiesa fosse vuota e vi entrai con un certo timore. Il fresco della pietra spezzò la tremenda afa che lasciai all’esterno. Non so perché, ma ero nervoso e cominciavo addirittura a sentire freddo. Mi avvicinai alla statua di Pirro e la osservai attentamente. Quando ero bambino immaginavo che tra le mani di questo guerriero, ci fosse stata una spada, ma quel giorno mi accorsi che la spada era collocata sul fianco sinistro. Il suo sguardo rivolto leggermente verso l’alto, l’espressione del volto è concentrata e decisa, le sue mani sono giunte.

  Le mani sono scolpite in un modo strano, i palmi sono distaccati e arrotondati, si toccano solamente le punta delle dita. A questo punto, accertandomi che non ci sia nessuno in Chiesa, mi misi di fronte alla statua assumendo la stessa posizione: mi inginocchiai a mani giunte.

  Il cuore mi batteva talmente forte che sembrava volesse uscire fuori dal petto. Stavo sudando, il mio corpo era diventato un pezzo d’acqua. Non riuscivo a capire perché lo facevo e perché ero ossessionato da quella statua, eppure stavo li a terra con le mani giunte, tanto giunte che il sudore non le faceva staccare più.

  Mi guardai le mani pensando… Quando si prega, le mani sono giunte e i palmi si toccano, oppure, le dita delle mani si incastrano tra di loro e si chiudono a pugno, oppure, una mano avvolge il pugno dell’altra, oppure, le mani si avvicinano chiudendosi a coppa.

  La posizione delle mani del nostro guerriero è diversa, i polsi sono distanti ed i palmi hanno una forma arrotondata come se avesse qualcosa tra le mani. Ma che cosa?

  Sento delle voci che si avvicinano e di colpo mi alzo da terra. Vedo avvicinarsi dei forestieri, una famiglia. Il papà comincia a fotografare l’interno della Chiesa, mentre la mamma si siede su una panca con la bimba piccolina, si fa il segno della croce e recita una preghiera sottovoce. La piccolina della famiglia è un po’ vivace, corre in lungo e largo per la Chiesa e parla ad alta voce. Il papà cerca di contenerla e di farla stare zitta. La prende per un braccio ed insieme si avvicinano alla statua del guerriero genuflesso. Nel frattempo mi allontano ed approfitto per asciugarmi un po’ di sudore che scivolava da dietro al collo.

 Mentre il papà era intento a fotografare il guerriero, la bambina, con la sua spontaneità e vivacità, dice al padre ad alta voce:

 «Papà, papà, il signore che cosa sta bevendo?» Imbarazzato il padre rispose: «No, non sta bevendo, il signore sta pregando.»

  Mi girai di scatto incrociando lo sguardo dell’intera famiglia che sorrise insieme a me, come se volesse scusarsi di quello che aveva detto la loro bimba. Ma, non sapendo, aveva dato una svolta alle mie ricerche.

  Il nostro guerriero poteva aver avuto tra le mani, una coppa o un calice, scolpito in pietra o in legno, che il tempo ha distrutto o disperso. Il Calice: un simbolo molto importante per la Chiesa e per i templari. Il nostro guerriero poteva essere un templare?

 Alla base della statua in pietra, è riportata la seguente scritta:

PIRRUS TARENT.[1]

PRINC. P.S.D.

F. T.

Chi raffigura la statua? Cosa significa la scritta situata alla base della statua? Vediamo cosa scrive a riguardo il Guarella ne “La Chiesa della Greca in Locorotondo”.

  Pirro del Balzo, dunque, è pronipote del Principe di Taranto.

  Ed è a questo punto che sorgono degli interrogativi. Pirro del Balzo può essere il Pirrus Tarent. Princ., secondo la scritta apposta sul fronte della base che regge la statua esistente nella Chiesa della Greca? E, nel caso affermativo, come intendere l’espressione Tarent. Princ. ?

  La domanda è destinata a rimanere, almeno per ora, senza risposta, anche perché le annotazioni di Convertini e quanto si legge nella relazione del 1851 e nel lavoro di Baccari non trovano riscontri nei documenti. D’altra parte, non risulta che Pirro del Balzo abbia preteso per sé, alla morte di Giovanni Antonio del Balzo Orsini, la successione al Principato di Taranto, come risulta aver fatto, invece, Angliberto del Balzo, al quale, d’altronde, tale successione era stata promessa “era stato prestato persino il regio assenso”.

  Certamente, la questione dell’interpretazione dell’espressione Tarent. Princ. Potrebbe considerarsi risolta qualora si intendesse l’espressione medesima in senso molto largo: qualora, cioè, Pirro del Balzo potesse essere ritenuto, grazie a quella frase, come uno dei più ragguardevoli nobili della seconda metà del 1400, gravitanti intorno alla corte del principato di Taranto, anche perché lo stesso Pirro fa parte, a pieno titolo, della grande famiglia di Giovanni Antonio, per i legami di sangue che a quest’ultimo lo legano.

  Bisognerebbe, d’altra parte, ricordare che i del Balzo, indistintamente, sono considerati, secondo quanto è inciso in una lapide che si trovava nella Chiesa di Santa Chiara in Napoli, e che D’Urso riporta, principi di Taranto.

  Ma queste non sono che delle ipotesi.

  Armato di buona volontà e di un vocabolario di latino, ho iniziato a lavorare per decifrare la scritta ai piedi della statua. Sorridendo tra me e me, ho pensato: – Come posso pretendere di fare questo se altri prima di me e, soprattutto, più titolati di me non sono riusciti in questa impresa?

  Me lo sono chiesto tante volte e tante volte ho lasciato perdere per poi ricominciare.

  Quante delusioni. Non riuscivo a capire che la soluzione era li, davanti a me, da sempre.

  C’è un detto templare che dice: “Se vuoi nascondere qualcosa, mettila bene in vista”. E così è stato.

  Nella scritta, si notano delle parole e delle lettere appuntate. L’unica parola intera è Pirrus, la seconda parola è Tarent, quest’ultima è appuntata e quindi da completare. La parola completa è Tarentum, (Taranto, città della Magna Grecia). La parola Princ., può essere intesa come Princeps, che tradotto può significare primo, per primo e non Principe, come si potrebbe pensare.

  La frase comincia a prendere forma, ma resta da capire il significato delle tre lettere P. S. D. perché, delle ultime due, ho già intuito il significato.

A questo punto, mi sono immedesimato in Pirro che, con una coppa tra le mani, si mette in ginocchio invocando una preghiera. Ho pensato fosse una Coppa Sacra, che contenesse qualcosa di Sacro… Coppa Sacra, erano quelle le parole che cercavo.

P. come Pocŭli, S. come Sacri, D. come Dedǐtus.

Non riuscivo a credere ai miei occhi, ero riuscito a decifrare la scritta, capendone perfettamente il significato.

PIRRUS TARENTUM

PRINCEPS POCŬLI SACRI DEDĬTUS

FIDĒLIS TEMPLAR

PIRRO DI TARANTO

PRIMO DEVOTO DELLA SACRA COPPA

TEMPLARE FEDELE

Pirro del Balzo, era il comandante di un gruppo di Templari che si riuniva nella Chiesa della Greca per pregare e chiedere protezione. Alla sua scomparsa fu scolpita questa statua che lo raffigura mentre compie un gesto semplice ma emblematico, ermetico e, nello stesso tempo, bellissimo.

“Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam”

“Non per noi Signore, non per noi,

ma per il Tuo nome dai la gloria”.

Videoclip: https://youtu.be/SJsfc1_Lhjo