Riduzione dei parlamentari: se voti no hai amici o parenti in Parlamento

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Il 20 e 21 Settembre 2020, salvo problemi creati dalla pandemia, gli italiani saranno chiamati ad esprimersi nuovamente sulla possibile riduzione dei parlamentari. Sottolineo nuovamente per chi avesse dimenticato il Referendum Renzi-Boschi del 4 Dicembre 2016 che costò la poltrona di Presidente del Governo a Matteo Renzi.

Premetto di non rappresentare alcuna parte politica. Sono, anzi, generalmente anti voto in quanto non nutro alcuna fiducia nella serietà dei parlamentari che da decenni ci rappresentano in modo indegno. Proprio per questo motivo ritengo che un taglio di questi “incapaci” fa del bene per il semplice motivo che si risparmia. Sono bombardato ogni giorno di gente che sui social e fuori dai social si lamentano dei parlamentari. Sono poi sorpreso quando scopro che di fronte alla possibilità di mandarli a casa decidono di votare NO.

Ma qual’é il problema? Mi viene da dire che noi italiani siamo “sfasati”.

Tra le scuse più utilizzate per un possibile voto del NO c’è il tema dell’efficienza. In altri termini chi vota NO suppone che i Parlamentari siano efficienti. Io mi oppongo dicendo che per valutare l’efficienza serve la possibilità di valutare il lavoro dei Parlamentari? Chi di voi ha degli strumenti per dire che questi “privilegiati” figli del Grande Fratello siano mai stati efficienti? Forza portatemi delle prove per dire che servono più parlamentari per far funzionare meglio il nostro Paese.

Personalmente ritengo che ogni volta questi referendum diventano delle battaglie politiche e gli italiani non ragionano con la propria testa ma con quella dei partiti. In altri termini: se il referendum è proposto dal partito A il partito di opposizione vota B per fare un dispetto e di conseguenza gli elettori del partito B “celebrolesi” si fanno convincere che sia una cosa buona.

Scusatemi ma perché un articolo della Costituzione che dovrebbe tutelare un cittadino dovrebbe avere una valenza “partitica”? Confermo che noi italiani siamo “sfasati”.

Tornando alla provocazione presente nel titolo di questo articolo personalmente credo che tutti quelli che non votano con la testa del partito possono votare NO solo e solamente perché hanno amici o parenti che vivono di Politica. Si perché chi ha un po’ di sale in zucca può facilmente comprendere come entrare in Politica sia un business interessante. Un posto dove chiunque può riuscire a fare la bella vita. E non sto qui ad elencare i personaggi ridicoli che sono finiti in politica che farebbero vergognare qualunque cittadino del mondo tranne noi italiani. Vivo all’estero da anni e vi assicuro che quando vedono questi personaggi ed i loro curriculum si mettono a ridere. Per non parlare delle figuracce che alcuni di questi riescono a fare in sedi istituzionali come al Parlamento Europeo (ad esempio).

Tra l’altro e non se ne parla mai con questo referendum si ridurrebbe anche l’abuso delle nomine di Senatoria Vita. Con tutto rispetto se ne sono visti di indecenti. Senza fare nomi sono senatori a vita personaggi più volte indagati per corruzione, mafia ed attentati dove hanno perso la vita decine di italiani. Ma a noi non ci interessa, andiamo avanti così, facciamoci del male da soli.

Per completezza riporto di seguito le proposte di modifica del Referendum e gli articoli della Costituzione così come sarebbero in caso di vittoria del SI.

Articolo 1 del referendum sulla riduzione del parlamentari.

All’articolo 56 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni;
a) al secondo comma, la parola: «seicentotrenta» è sostituita dalla seguente: «quattrocento» e la parola: «dodici» é sostituita dalla seguente: «otto»;
b) al quarto comma, la parola: «seicentodiciotto» è sostituita dalla seguente: «trecentonovantadue ».

Ecco come sarebbe l’articolo 56 in caso di vittoria del SI.

(in grassetto le modifiche)

La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto.
Il numero dei deputati è di 400, 8 dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.
La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione, per 392 e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Articolo 2 del referendum sulla riduzione del parlamentari.

1. All’articolo 57 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo comma, la parola: «trecentoquindici» è sostituita dalla seguente: «duecento » e la parola: « sei » è sostituita dalla seguente: « quattro »;
b) al terzo comma, dopo la parola: «Regione» sono inserite le seguenti: «o Provincia autonoma» e la parola: «sette» è sostituita dalla seguente: «tre»;
c) il quarto comma è sostituito dal seguente: «La ripartizione dei seggi tra le Regioni o le Province autonome, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti».

Ecco come sarebbe l’articolo 57 in caso di vittoria del SI.

(in grassetto le modifiche)

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di 200, 4 dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Nessuna Regione o Provincia autonoma può avere un numero di senatori inferiore a 3; il Molise ne ha due, la Valle d’Aosta uno.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni o le Province autonome, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

(Comma in vigore che andrebbe cancellato). La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Articolo 3 del referendum sulla riduzione del parlamentari.

All’articolo 59 della Costituzione, il secondo comma è sostituito dal seguente:
«Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque».

Ecco l’articolo attuale che andrebbe cancellato in caso di vittoria del SI.

È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Articolo 4 del referendum sulla riduzione del parlamentari.

Le disposizioni di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione, come modificati dagli articoli 1 e 2 della presente legge costituzionale, si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore.

Che cosa si evince da questa riforma?

  1. Si risparmiano soldi che potrebbero essere utilizzati per il bene degli italiani. Non sto qui a riportare le cifre lasciando a voi il piacere di documentarvi prima del voto. Si tratta di un bel gruzzolo.
  2. Si limita la nomina dei senatori a vita al numero massimo di 5. Ciò significa che si evitano i casi di nomine per proteggere personaggi sulla cui onorabilità ci sono forti dubbi in merito.

Ricordo a chi voglia trovare la scusa dell’efficienza che in Italia esistono anche le Regioni, le Province ed i Comuni con altrettanti eletti che sono predisposti al funzionamento degli apparati locali. Per quale motivo dovremmo avere bisogno di più parlamentari?

Ricordo, inoltre, che in caso di vittoria del SI la riforma verrà seguita da regolamenti e decreti ancora da creare e volti a garantire l’efficienza di cui abbiamo bisogno. A che cosa serve questa politica del NO? Non vogliamo mai cambiare nulla ma perché poi ci lamentiamo costantemente?

Io personalmente sono disgustato quando sento anche giornalisti o politologi sostenere che la riduzione dei parlamentari possa essere un pericolo per il nostro paese.

Ricordando ai pochi che sono arrivati in fondo a questo articolo che io non sono per nessuno dei partiti attualmente esistenti. Quindi posso con piacere affermare di essere totalmente imparziale. Mi piacerebbe quindi che scriveste nello spazio dedicato ai commenti qui in basso il motivo per cui votereste SI o NO. Oppure il vostro parere qualora per voi abbia scritto delle castronerie.