Continua con questo secondo volume, “Lo schiaccianoci e altri fantastici racconti musicali” la collana dal titolo “Le storie della musica”.
Si tratta di un modo assolutamente nuovo e innovativo di approccio alla musica classica nella forma della co-narrazione fantastica, ossia di una narrazione, che, illustrando la singola sequenza del tessuto narrativo, permette al lettore di vivere intensamente ogni singola emozione, che l’ascolto del brano referente produce.
Detto così può sembrare un’opera per i soli addetti ai lavori. In realtà basta leggere qualche riga del libro, per rendersi conto che quello che viene proposto altro non è che un magico viaggio nella fantasia di ognuno di noi attraverso il piacere della bellezza della musica.
Prendiamo proprio l’inizio del racconto che dà il titolo alla raccolta, “La silenziosa fiaba dei fiocchi di Natale ovvero Lo Schiaccianoci”:
Così parlano i narratori della fiaba, i fiocchi di neve, appunto, che, seguendo le meravigliose melodie di Ciaikovski, raccontano l’incredibile viaggio di Clara, la protagonista, nel Paese dello Zucchero dove regna Fata Confetto, madre del principe Schiaccianoci. La celeberrima storia ideata da E.T.A. Hoffmann viene riproposta in questo libro con tutte le magiche suggestioni del racconto originale, arricchito dalla potenza emotiva della musica, che la parola cerca di uguagliare nella sua plasticità.
Iniziate l’ascolto del brano e leggete simultaneamente il seguente testo: “Sconvolta dai venti, che, furiosi, soffiano, gonfiando le vele con tutta la forza del sorso della natura, che con vorace fauce ingurgita la superbia umana nell’istante di un grido disperato, una nave norvegese si trova nel gioco perverso delle onde, che ora la fanno rimbalzare, palleggiandosela dall’una all’altra, ora la sollevano fino a tenerla immobile sulle loro creste spumose, ora la precipitano a tuffo in urlo agghiacciante di tempesta”. Con queste parole darete anche voi un senso profondo al terribile clangore degli ottoni a alle sconvolgenti volute degli archi nella visione tragica wagneriana.
E’ stato scritto, infatti, sotto la suggestione diretta della musica, che permette di saper vedere l’attimo più a lungo del semplice tempo della parola. Si legga la conclusione de “I pini della via Appia” in cui, con assoluta fedeltà persino al testo del compositore, incastonato nella sua prosa narrativa, Celegato Massimo ripropone il glorioso momento in cui tra clangori abbaglianti e ressa di folle urlanti il console ascende al trionfo in Campidoglio:
Non aggiungo altro, se non che anche questo volume, come il precedente, è corredato da schede specifiche per la contestualizzazione di ogni brano musicale nel contesto musicologico e da ricche e esaustive biografie degli autori.
Eccovi comunque il sommario:
Un libro che si legge tutto d’un fiato e, soprattutto, che si vuol tornare a rileggere immediatamente!
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