Una idea bizzarra

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Due febbraio duemila venti, sembra un giorno come tutti gli altri ma nella realtà dei numeri, da sempre codificatori del tempo, è una data palindroma ossia può essere letta da sinistra a destra o viceversa. Molti anni fa, a torto o ragione, gli venivano attribuiti significati mistici e in alcuni casi diabolici. Comunque la si pensi resta una combinazione curiosa e affascinante. Come ogni mattina da migliaia di giorni varco il cancello verde che divide l’Azienda Stato Foreste Demaniali dal resto del mondo. Entro nella mia pineta, probabilmente nata e cresciuta anche lei nel segno della Bilancia.

È evidente sia una idea bizzarra, ma è una idea.

Equilibrata e alta la sento accogliente e protettiva. Il rumore dei miei passi, uno innanzi all’altro, sul ghiaino grigio danno ritmo al silenzio mosso dal suono debole delle campane, che si allontana. I fusti legnosi, ricchi di profumo di resina, sostengono il verde sfumato dai brilli del sole, creando venature di luce che trafiggono una leggera nebbia. Lo stradello tra i vegetali superficiali e i cespugli bassi infestati dall’edera è ora una traccia di sabbia fitta, ricoperta di aghi che non pungono e il silenzio è accarezzato dal vento che scuote le chiome. Le caviglie devono stare attente alla fitta rete di radici affioranti a cui la pineta è legata. Lo sguardo cade su uno di questi apparati radicali e l’occhio non si accontenta, vuole qualcosa di più. Cosa c’è oltre l’apparenza? Una immagine, una esperienza, una suggestione.

L’uomo Vitruviano.

È per certo il mio ultimo giorno di data palindroma su questa terra e proprio oggi scopro che nel tempo in cui si arrivò al punto di svolta, che divise il prima dal dopo Cristo, l’architetto e scrittore Marco Vitruvio, scrisse un trattato sull’architettura, che tra gli altri, affrontò il tema delle proporzioni del corpo umano. Millecinquecento anni dopo Leonardo Da Vinci, sulla base di quegli studi, disegnò la rappresentazione ideale del mondo. Trovò il cielo nella perfezione geometrica del cerchio e la terra nell’armonia del quadrato. La perfezione delle proporzioni ideali.
Due febbraio duemila venti, ora ne ho la certezza: non era una idea bizzarra, era una magia.