Ed eccola là … che navigava nell’Oceano Atlantico, offuscata dai miei pensieri, talmente fantastica da neanche scorgerne i confini.
Ancora non ero in grado di vederla veramente nei miei occhi, ma, nella mia mente, era più che reale. Proprio come una fotografia, come un sogno. E proprio quello fu la chiave di tutto. Da lì, sognai delle coordinate, che avrei dovuto seguire solo durante un determinato momento del giorno, a me ancora ignaro ed ignoto. Svegliatami dal sogno, era ormai notte, il forestiero, ormai rassegnatosi all’idea della comparsa di quest’isola, mi aiutò con le coordinate da seguire, seguendo la Stella Polare, ma niente… Allora, riprovai tante altre volte durante l’alba, ma ci trovammo sull’isola di Tenerife, mentre, durante il corso della mattinata e del pomeriggio, notammo lo stesso risultato.
Finchè, al cader della giornata, sotto il Velo nero della Madonna Velata che si scontrava e mischiava con i caldi colori del tramonto, ormai scoraggiati ma, con un barlume di speranza, riuscimmo a seguire le giuste coordinate. Il Grecale ci accompagnava per il lungo percorso, che ci allontanava man mano dalle Isole Fortunate, da Tenerife e Palma, finché, il vento non si fermò… ed eccoci trovato di fronte all’impossibile….Si trattava di un’isola meravigliosa, ricca già in lontananza da fiori di tutti i colori e, tra un logo e l’altro, si scorgevano piccole famiglie che continuavano a piantarne di tutte le specie. Il forestiero mi comunicò che con la presenza del Linfante, non erano mai giunti a nulla di simile nonostante avessero le nostre medesime coordinate.
Poggiato piede sull’isola,dalla sabbia rossastra,v’era scritto su un pezzo di legno davanti a noi:”per i giusti”..Era molto bella e alquanto profonda come cosa..Ma ancora non capivamo dove ci trovavamo.Durante la notte,abbiamo dormito tra i rovi delle rose, finché alle prime luci dell’alba, non trovai un bambino dai capelli biondi con una volpe tutta da addomesticare e da amare,dove leggeva un libro intitolato “Il Piccolo Principe”.I suoi occhi ipnotici azzurri, come il cielo, mi guardavano e parlavano già da sè. Quando aprii bocca, sentii la strana sensazione che tutto stava per crollarmi sul mio cuore..
“E tu chi sei?” … domandò … “Tu mi vedi col cuore?”.
Dette testuali parole, mi svegliai di sobbalzo col forestiero accanto, sulla nave.