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Vengo a prenderti dove ci siamo persi.

“Carla già sei li, sei arrivata? Sei fuggita ancora, ma insomma”…

Carla masticando sabbia a piedi nudi dovrebbe spiegare troppe cose, ma per spiegarle a Laura, dovrebbe prima capire lei. Mettiamola così, ogni estate non è mai scontata, pensavo di venire qui a Sabaudia, fermarmi e scrivere quel famoso romanzo sabaudiano ambientato nella villa Volpi, dove lei cerca il titolo, mentre lui con il sax compone quelle note che gli strappano l’anima. Un demone gli brucia dentro, dice che per comporre devi soffrire e dalla sofferenza che nascono i capolavori.

Siamo sempre in fuga da qualcuno e da qualcosa.

Mentre fuggivo in un agriturismo ho incontrato due amici. Lui è il mio maestro, mi cuce le ferite dato anche lui sta con una matta. Come sanno amare i matti nessuno sa farlo. Sono capaci di portarti sul crinale di una cometa, poi ti lasciano li sopra, spariscono. Ma quando tornano ti portano in un crinale ancora più in alto. Mentre lei mi diceva siete coraggiosi voi, non so come fate sono caduta nella piscina, vestita. Proprio in quell’istante sul cellulare del marito arriva un messaggio vocale: “Sta con voi? Vengo a prenderla dove ci siamo persi”. Senza pensarci un attimo: “Dai, per favore accompagnami alla fermata dell’autobus”. Ho viaggiato bagnata, riflettori addosso, sono scesa, ho rincorso a Roma l’H. Sono scesa al capolinea e su un muro:

” Vengo a prenderti dove ci siamo persi “.

Proprio a quel capolinea ci eravamo smarriti. L’HO TROVATO proprio li che suonava il sax. “Quando parti per Berlino’???”. “Tra tre giorni”… Lui: “Bene, abbiamo 72 ore” … “No”, dico io, 48 ore, devo passare per Sabaudia. Lo zaino pronto mi aspetta”. 48 ore romane intense, con un grosso passo avanti, quando si è chiuso in quel suo mondo parallelo, mi ha detto “torno tra qualche ora, hai un libro da leggere???” Sono rimasta nel letto, sdraiata accanto a lui, poi nel libro, ho trovato un soffione. Lui l’ha visto, ha soffiato. Mi sono smarrita nel suo soffio. Il rumore della felicità esiste. Siamo usciti, un locale nuovo per me. C’era una coppia di suoi amici, lei:

“Sei il sorriso più bello, che ho incontrato”.

Io ridendo, è il sorriso del rumore della felicità”. Lei sorseggiando un bicchiere di vino bianco, avrà pensato che matta questa. Sul crinale della cometa ho viaggiato per ore, ci siamo lasciati alla stazione Termini. Mentre compravo il biglietto, lui mi lasciava un libro. Sul treno venendo a Sabaudia, mentre lo leggevo, ho trovato un foglietto: “sei l’addio che mai riuscirò a dire” Laura ride: “una caccia al tesoro nella villa Volpi”, potrebbe essere il titolo.

Fausta linsognata Dumano

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Fausta linsognata Dumano

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