Quella fatidica domenica mattina mi svegliai con un messaggio:

“A che ora ci vediamo per prendere il treno?”

Oh No.

Avevo pregato fino all’ultimo istante per scongiurare la sua presenza alla mostra. Invece non c’era stato niente da fare: avrei dovuto condividere la mia domenica ed i miei tanto amati quadri con Lui: il mio tutor.

Mentre pettinavo nervosamente i miei capelli chilometrici davanti allo specchio cercando di farmene una ragione, mia madre irruppe in bagno. Gettai sulle sue spalle tutto il mio nervosismo borbottando:

Se  SOLO  OSA fare un passo falso io…io…io

Ero terribilmente spaventata. Davanti a me c’era un baratro che mi stavo accingendo a saltare: quell’abisso che divideva la Professionalità dall’Amicizia. Non ero assolutamente sicura di riuscire ad atterrare dall’altra parte senza ferirmi. 

Se continui così te li strapperai tutti. Rilassati” disse accarezzandomi.

Non accadrà niente che tu non voglia.”

Dopo quello che mi parve un attimo ero già arrivata alla stazione con un nodo alla pancia. Avevo una sensazione sgradevole, come se mi avessero costretto a fare qualcosa che non desideravo realmente.

Odiavo sentirmi in gabbia senza una via d’uscita.

Quattro biglietti per Bologna perfavore

Mentre li afferravo controvoglia lo vidi arrivare di corsa. Quasi non lo riconobbi: l’uomo distinto in camicia che conoscevo sembrava essersi dileguato quella mattina e le odiose scarpe a punta che tanto gli avevo tanto criticato in ufficio erano state sostituite da un paio di sneakers blu: sembrava davvero una persona diversa. Quasi una persona..normale.

Scusa il ritardo

disse mentre cercava di recuperare fiato ansimando rumorosamente.

Sapeva apparire così maldestro a volte: lo osservavo asciugarsi la fronte imperlata di sudore mentre i polmoni incameravano ossigeno in un violento su e giù della pancia. Mi scappò un risolino a mezz’aria.

E’ che alla tua età non hai più il fisico..”

L’occhiata di scherno che mi lanciò fu abbastanza eloquente: abbastanza, da farmi scoppiare a ridere in una fragorosa risata che raccolse tutte le mie ansie e le spazzò via come foglie al vento. Nel tempo in cui avevo imparato a conoscerlo avevo scoperto questa sua straordinaria qualità: quella di saper rendere la mia vita leggera. Tutte le mie paure, anche le più misteriose ed oscure, perdevano di senso e finivano per apparire ridicole quando Lui riusciva a farmi ridere perdendo l’aria di sicurezza dietro cui si ostinava a mostrarsi davanti al mondo intero. Anche in quel caso era andata così:  di colpo, condividere insieme al mio tutor una giornata a Bologna mi sembrò la cosa più normale del mondo.

 

Entrammo alla mostra che era già ora di pranzo ed in un attimo persi  la cognizione del tempo davanti agli schizzi di Banksy e di altri artisti contemporanei. Le mostre d’arte hanno questo effetto su chi riesce ad apprezzarle davvero: ti catapultano in un mondo estemporaneo da cui riemergere è faticoso, come riaffiorare da un dormiveglia denso come melassa che non vorresti mai avesse fine.

Davanti ad un’opera d’arte ognuno di noi è regolato dal proprio tempo personale che quello scandito dalle lancette dell’orologio non conosce. E’ un tempo intimo e segreto, difficile da allineare a quello di altre persone, anche quelle che riteniamo più vicine.  Rimasi sorpresa di come noi due rispettammo il tempo personale dell’uno e dell’altro senza fretta, incrociandoci, seguendo ognuno il proprio passo in un flusso che in quel momento ci accomunava e ci rendeva forse più vicini nell’anima di quanto non fossimo mai stati. Eravamo soli, immersi nel nostro tempo, ma trascinati insieme lungo la scia della stessa corrente e se solo avessi osato tendere la mano sapevo che avrei potuto sfiorare la sua, per quanto in quel momento eravamo in sintonia l’uno con l’altra.

 

Avevo provato a condividere questa mia passione con tante altre persone, persino con il mio fidanzato: ma mai mi era capitato di avvertire negli altri le stesse sensazioni di pace ed armonia, quasi uno stupore infantile davanti ai colori di una tela sfregiata, che sentivo invece conquistare anche Lui.

Tante volte nel corso della mia vita mi ero sentita sbagliata perchè non condividevo le stesse priorità e lo stesso modo di pensare di chi mi stava vicino. Quel giorno a Bologna mi sentii sollevata ed il mio cuore si allargò enormemente davanti all’incredibile scoperta che avevo fatto: al mondo esisteva qualcuno Simile A Me, che amava cogliere i dettagli e le sfumature a cui tanti altri non sembravano dare il peso che per me erano invece di primaria importanza.

…E mentre io prendevo coscienza di aver trovato un Amico Vero, il cielo si rischiarava d’azzurro mentre lasciavamo il museo, un orchestra suonava per le stradeBologna a me non sembrò mai cosi bella come in quell’istante.