Rischiare la vita per una pallonata: Anni ’60.

Un quartiere abbastanza rumoroso La Palma.
Certamente, con tutti i bimbi, ragazzi che c’erano, c’era sempre un grandissimo movimento.
Il pallone la faceva da padrone ed i ragazzi cercavano spazi per sfogarsi.
Dove dovevano andare a sfogarsi? Anche nella nostra piazzetta interna di Via Zeffiro.
A parte i muri del palazzo che rintronavano  dai colpi della pallonate, un giorno sì e l’altro pure dovevamo chiamare gli operai della TETI,  poi diventata SIP perché le pallonate si “infrangevano” nella cassetta esterna del nostro telefono e venivamo isolati.
Vai dalla famiglia Schiano a telefonare agli addetti ai telefoni,  se non toccavano la loro cassetta esterna, si faceva  intervenire la TETI.
Una vera rottura di scatole.

Un giorno, i soliti ragazzi giocavano sotto casa nostra e una pallonata prende in pieno la nostra finestra SPACCANDO IL VETRO.

Cavolo…….vetro dappertutto nella stanza e quei belli imbusti scapparono tutti quanti, nascondendosi dietro gli scantinati.
Io che studiavo in quel luogo, ero appena uscita dalla stanza forse per andare a bere acqua.
Mi sono salvata così…chissà cosa sarebbe successo se la fortuna non mi avesse assistito.
Cuccato alla grande il gruppo…tanto li conoscevamo tutti..perché li avevo visti poco prima giocare e li avevo riconosciuti uno per uno.

I nostri genitori  andarono a casa di questi ragazzi a raccontare il fatto…..e l’indomani avevamo il vetro nuovo in camera…comunque pure fortunato Giuseppe L., lui aveva tirato la pallonata e lui riparò al danno, fortunato perché il fratello lavorava nella vetreria di Pirri.
Pensa che ti ripensa,….babbino raccontava preoccupato quale rischio avessi corso perché studiavo in quella stanza.
Non tralasciò di fare il suo appunto scherzoso perché disse: “Certo che Pina (mia sorella)  non ha corso tale rischio…con il cavolo che l’avrebbero trovata a studiare in quella stanza”.

Fiero babbino del mio operato….
Marisa 1 Pina 0
Palla al centro!!!