Sguardi sospesi nel dove

92

Due amanti passeggeri schiudevano le bocche, voltando lo sguardo verso altre illusioni. Sapevano del male che avrebbero arrecato, sapevano dello struggente bene che si stavano reciprocamente donando, quel brio, quella dolcezza scandalosa che solo chi ama per poco custodisce e che l’amore eterno distrugge come carta sul fuoco.

E l’amplesso non era fatto di baci, ma di sguardi non dati, di sorrisi strappati di nascosto, perché al contempo dall’altra parte qualcuno da amare aspettava e amava nonostante tutto.

Come permettere a se stessi tutto questo? Come cedere a quel consapevole momentaneo piacere che di lì a poco avrebbe cambiato faccia?

L’amore, quello che aspettava inconsapevolmente, non tradiva, perché amava isolatamente e l’amante questo lo sapeva, lo sapevano entrambi. Tuttavia, prima o poi, a tutti coloro che si trovano nella lieta situazione di un amore eterno, scatta un meccanismo di rammarico verso una situazione tolemaica, che può essere cambiata agevolmente.

Per questo l’amante volgeva lo sguardo alla prima bellezza accattivante e con la mente tradiva. Volgeva le labbra all’altra bellezza e il cuore si struggeva di una felicità così dolorosa che solo chi vive nell’esperienza può spiegare.

Forse che si potesse amare entrambi?

No, amava l’amore eterno perché è sicuro, perché è costituito da felicità che solo lui può dare, felicità fatte però di ricordi, felicità passate. Ecco! Per questo lo sguardo cambia prospettiva. Ecco! Per questo il passo della saggezza lascia il posto all’irrequieto timore di chi solo con la mente, di chi anche con il corpo, mette fine alla gioia del per sempre.