Ho visto nostra signora Democrazia
con il giubbetto di kevlar durante il G8,
l’ho vista sulla chaise long di Paolo Flores D’arcais
a recitare passi dell’Elogio della follia
distesa nel suo salotto.

Ho visto i suoi stivali impolverati,
le sue mani ferite
la sua felpa stracciata
chiedere a D’Arcais
di spronarla a lottare
contro ogni sovrastruttura,
contro ogni forma di governo,
contro ogni governo di forma
contro ogni ombra sui nostri perché.

L’ho sentita invocare eroi 2.0
citando inconsapevolmente Brecht,
ammettendo involontariamente
la nostra sventura.

Ho visto nostra signora democrazia
travestirsi da statua della libertà
brandendo una torcia tricolore
come in un quadro di Delacroix.

Ho visto nostra signora democrazia
con il giubbetto di kevlar
lottare per la democrazia
nei corridoi della scuola Diaz
massacrata sugli spalti degli stadi,
accecata nelle aule giudiziarie,
insultata dalla cultura dei politici,
dai palinsesti televisivi,
ignorata dai giovani
dalle coscienze in letargo
dal ricatto delle tutele crescenti
dalle forche della partita iva
ho visto nostra signora della democrazia
più morta che viva
chiedere a Paolo Flores D’Arcais,
di darle qualcosa di forte
mentre richiamava il re.