Il 23 Giugno 2016 i cittadini del Regno Unito andranno alle urne per decidere se continuare o meno a far parte dell’Unione Europea. Brrr…exit. Ebbene si ad alcuni l’idea fa venire veramente i brividi ma c’è veramente da preoccuparsi?
[dropcap]I[/dropcap]nnanzitutto l’isola di sua maestà non ha mai amato particolarmente l’UE e lo dimostra il fatto che non è mai stata presa la decisione di passare all’Euro. Facciamo alcuni approfondimenti per chiarire quali sono i possibili scenari.
[dropcap]Q[/dropcap]uando il Regno UNito è entrato nell’UE? È entrato nell’Unione Europea il 1 Gennaio 1973 a seguito del primo allargamento della storia dell’UE in occasione del quale i sei paesi fondatori accettarono l’ingresso anche di Groenlandia, Danimarca ed Irlanda (la Groenlandia uscì dall’UE nel 1985). Oggi i paesi membri sono 28.
[dropcap]C[/dropcap]hi e perché il referendum? Durante la campagna elettorale, poi vinta il 7 Maggio 2015, Cameron ed il partito conservatore fecero una promessa agli elettori di un referendum per consentire ai cittadini di scegliere o meno se restare o uscire dall’UE. È dunque, in linea di principio, un obbligo morale del partito dei Tories verso gli elettori. Ma perché una parte dei cittadini vuole l’uscita dall’UE? La ragione principale si nasconde dietro al fatto che la maggior parte dei costi e dei benefici derivanti dall’adesione all’UE sono per gli elettori intangibili e non percepibili in concreto.
[dropcap]Q[/dropcap]uale impatto in caso di uscita dall’Ue? La più grande incertezza associata all’uscita dall’UE è che nessun paese (ad esclusione della Groenlandia) lo ha mai fatto prima.
Lasciare l’Unione europea significherebbe senza dubbio un risparmio immediato, ovvero il non pagamento dei contributi al bilancio EU. L’anno scorso, la Gran Bretagna ha pagato 13 miliardi di sterline, ricevendone indietro 4,5 miliardi con un contributo quindi pari a 8,5 miliardi di sterline.
La cosa più difficile da stabilire è se i vantaggi finanziari di adesione all’UE, come il libero scambio e degli investimenti diretti esteri sono superiori ai costi iniziali.
[dropcap]Q[/dropcap]uale impatto in caso di uscita dall’Ue? I pareri degli economisti sono contrastanti e sembra di capire che un mix di aspetti positivi e negativi rendono difficile la scelta da parte degli elettori oltremanica. Dall’altro lato, invece, per l’Unione Europea, perdere uno stato membro così importante potrebbe essere uno smacco in questo momento in cui si fatica a difendersi dall’incremento dei movimenti anti-europeisti in tutta Europa (es. Austria). Ma quali sono gli impatti in concreto?
- Impatti commerciali: il Regno unito è uno dei principali partner commerciali dei paesi Europei e l’effetto del Brexit si tradurrebbe in una maggior difficoltà di accesso sui mercati oltremanica. Gli effetti sarebbero negativi sia per l’UE che per il Regno Unito stesso, ma sembrerebbero più pesanti per gli amici oltremanica se consideriamo che nel 2014 il 45% dell’export ed il 53% delle importazioni sono proprio diretti o derivanti da paesi europei. Quali vantaggi allora per l’UK?
- La possibilità di rinegoziare i contratti commerciali da e verso l’UE.
- La possibilità di liberarsi dalle complesse e costose regole commerciali imposte dall’UE.
- Impatti sul mercato dei capitali: ingenti sono i capitali di società europee collocate sulle piazze finanziarie del Regno Unito. Il timore è che a seguito di una conferma di uscita, l’UE imponga alle stesse società di ricollocare queste attività finanziarie in Unione Europea.
- Impatti finanziari: in caso di vittoria del Brexit ci si attende una volatilità sui mercati dei titoli di stato e azionari che, almeno nel breve periodo, potrebbero avere effetti preoccupanti per entrambe le parti in gioco.
- Altri Impatti: il Regno Unito sarebbe, senza il controllo dell’UE, libero in materia fiscale, nelle politiche monetarie nonché su quelle del mercato del lavoro.
[dropcap]C[/dropcap]osa dicono i sondaggi? L’esito del voto è incerto anche se gli ultimi sondaggi parlando di una probabile vittoria del SI, ovvero dell’uscita dall’UE. In dettaglio una fascia tra il 43 ed il 45% dei votanti sarebbe a favore dell’uscita mentre il 41% non vorrebbe abbandonare l’Unione (percentuali emerse negli ultimi sondaggi di YouGov e TNS). In questo scenario, i primi effetti negativi, per il Regno Unito si traducono in una riduzione del potere da parte della Sterlina che continua a perdere terreno.
[dropcap]E[/dropcap] Cameron? Anche lui inizia a tremare dal freddo? Il premier britannico tifa per rimanere in UE e lo fa gridando a gran voce che per essere leader in Europa bisogna restare nell’UE con una posizione di sovranità interna e non esterna. L’Unione Europea, tra l’altro, sta cercando di stringere accordi con il Regno Unito per promettere loro una posizione favorevole nel caso di non uscita.
E voi per chi votate? Fatecelo sapere.