Buon Natale è diventato un augurio pluri millenario che si ripete ogni 25 Dicembre. Si festeggia, ovviamente, il Bambinello Natalino. Il Messia si porta dietro anche suo cugino Giuseppe Spendi e lo zio Pasquale Consumo, per completare con la scopona Madama Befana l’augurio di Buon Anno Nuovo, pieno di speranze rinnovate al suono della grancassa che ritma il ripetersi l’augurio di tanta felicità, prosperità e salute condite con tante parole già sentite sempre le stesse con regali in quantità, ma non per tutti, teniamo ben nascosta la verità.
Abbiamo trascorso un trentennio senza tempo ricco di tasse, sofferenze e tante promesse. Tutte sfoggiate in una crisi sempre peggiore dove il popolo dello stivale formato da agnelli, capre e avvoltoi non conta più nulla ne in Patria e molto peggio all’estero.
Chissà perché, quando eravamo la metà, tutto andava a dovere, poi arrivarono i quaqquaraquà e tutto passò dalle nostre tasche ad ingrassare i scimmioni arrampicati sugli alberi della Politica Nazionale.
Dall’inferno di ghiaccio prodotto dalla Politica con Dragoni al comando del Paese, Cagasenno alla Repubblica e Bretella al Consiglio dei Ministri, soggetti al cambio annuale nel passaggio delle poltrone come è usanza nelle Democrazie, dove conta il pensiero del Potere sfascia tutto per il trionfo dell’arrivismo personale, questa é l’essenza del nuovo Umanesimo ricco di privilegi per i bulli esenti da persecuzioni che formano i Caino della realtà.
Le masse di cittadini divisi ognuno con la propria Bandiera e le proprie filosofie sconfusionate con i cetrioli agli occhi, ne vedremo delle belle, senza Giustizia, senza Sindacati e senza Opposizioni, certamente non andremo lontano, con un debito pubblico appioppato ai minchioni.
I Diritti, l’innovazione, il progresso e l’informazione sono stati uccisi da gente che non sa quel che fa.
Nel 2017 la Politica continuerà a defecare imposizioni, speranze e coglionate senza pietà.
Nell’anno che c’è già, canteremo tutti insieme:
“la ripresa è qua, anzi è la, o forse più in la, io la vedo già, naturalmente soltanto per Don Chisciotte, Arlecchino e Pulcinella, sarà proibito ridere senza piangere.”
Non disperate, a scavare la fossa ci penserà il Bretella di turno, continuando a chiudere fabbriche, togliendo i diritti e decretando ferie in quantità ai lavoratori stanchi dal dolce far niente.
Importeremo sempre di più dalla Russia e dalla Cina, dall’Australia all’Argentina, dall’Africa all’America tutte le nostre necessità, compreso clandestini di primo pelo con nuove culture Religiose per la fine della Pace in casa, grazie ai costruttori di illusioni che descrivono una vita migliore nell’aldilà.
Di guerre in vista non si sa, l’Euro nessuno lo vorrà, una cosa è certa come prevedeva quello statista lungimirante:
“Un giorno non lontano o Tutti Rossi o Tutti Gialli, per adesso siamo soltanto tutti al verde, il Blu e l’azzurro sono già cancellati, manca soltanto l’ultimo sforzo per terminare il gelato che a primavera si scioglierà.”